Deborah
Data: 10/03/2018,
Categorie:
Etero
Autore: Ukiyo
... avessero scoperto la sua assenza notturna, non avrebbero potuto rintracciarla in breve tempo. Una volta torna-ta dalla passeggiata notturna, lei avrebbe potuto dare la colpa alla mancanza di sonno causata dal caldo opprimente di Venezia a luglio. Ma soprattutto, pensò mentre chiudeva la porta di casa facendo attenzione a non fare rumore, avrebbe potuto godersi il presente che la attendeva. Deborah scese nella calle e in pochi minuti si ritrovò nel campo del Ghetto Nuovo. Non c�era anima viva. Il silenzio, nell�aria piatta della notte d�estate, era totale. Senza nemmeno volerlo si ritrovò davanti alla vetrina del negozio di famiglia. Il faro che illuminava la ve-trina si accese alla sua presenza. La luce artificiale fece brillare la piccola stella di David di brillanti che la giovane portava al collo. Era l�unico gioiello visibile. Tutti i tesori che il padre esibiva con orgoglio durante il giorno erano stati riposti nel caveau, in attesa di essere ammirati, desiderati e acquistati da vecchi e nuovi clienti facoltosi. Deborah era stata abituata fin da piccola a relazionarsi con quel tipo di cliente, così come fin da allora aveva imparato a riconoscere i diversi tipi e tagli di pietre preziose.Un giorno quel business sarebbe stato suo. A patto che Deborah avesse sposato un ebreo. Era quello il nodo scorsoio che prima o poi le avrebbe serrato la gola. Lo sapeva. Il padre era ancora in salute, ma tra non molti anni si sarebbe ritirato; forse avrebbe raggiunto la sorella in ...
... Israele. Ma la clausola sarebbe rimasta. Non importa quanto lei eccellesse nel suo lavoro di broker di diamanti.Deborah sospirò e si rimise in cammino, stavolta nella direzione della Fondamenta degli Ormesini. Di tanto in tanto la sua solitudine veniva interrotta da un raro passante, solita-mente turisti stranieri alticci che rientravano nei loro bed & breakfast, o camerieri e cuochi degli innumerevoli ristoranti e bar della città. La ragazza sogghignò tra sé, inebriata dall�adrenalina che sentiva crescere nelle vene e inondare ogni centimetro del suo essere.Tra poco uno di quei camerieri avrebbe esaudito il suo desiderio proibito. Quello di abbassarsi e farsi scopare da un uomo che sicuramente la sua famiglia avrebbe disapprovato. L�idea di deludere il clan, e assieme provare piacere, la eccitava enormemente. Era un divertimento che la appagava molto, e lo aveva scoperto ormai da un paio d�anni. Sceglieva con cura i suoi amanti. Dovevano fare professioni poco prestigiose agli occhi della famiglia, che aveva naturalmente standard molto alti; dovevano essere mascolini, preferibilmente con una corporatura robusta, in modo da farla sentire ancora piccola e fragile tra le loro braccia possenti, incapace di resistere al loro desiderio prepotente; naturalmente dovevano suscitarle un intenso desiderio sessuale, quasi brutale nella sua intensità.Ed eccolo il suo frutto proibito. L�immagine di Andrea, il prescelto di quella sera, emerge-va con sempre maggiore chiarezza a mano a mano che ...