Anna
Data: 11/03/2018,
Categorie:
Etero
Autore: dariobike
Anna lavora in un ente pubblico a Roma. Nonostante fosse grassa e con un viso ormai segnato dall’età, ogni volta che la incontravo mi si rizzava il cazzo. 64 anni, prossima alla pensione, aria un po’ sciatta, capelli biondo spento, occhi cerulei, aveva due enormi mammelle che d’estate strabordavano dai vestiti fuori moda. Rimasta vedova da poco, ci incontravamo spesso per lavoro e mi raccontava di come era bravo suo marito, ora come avrebbe fatto, il figlio grande ancora in casa e altre lamentele del genere. Un giorno, a Roma per altre cose, la incontro fuori dall’ufficio e la invito per un caffè. Lei risponde che deve fare una commissione ma, se voglio, possiamo andare a prenderlo a casa sua, poco distante. E’ estate e il vestito sbracciato lascia intravedere due floride tettone sorrette da un reggiseno di pizzo nero. Non mi faccio sfuggire l’occasione e accetto volentieri. Giunti a casa, mi informa che il figlio è fuori per alcuni giorni, si scusa per il disordine e andiamo verso la cucina dove mi siedo in attesa che lei prepari il caffè.
“Da quando non c’è più mio marito sono non so più come fare, pensava lui a tutto”
“Ma dai, ormai è passato un po’ di tempo, non ti va di trovare un compagno?”
“Ma chi vuoi che mi prenda alla mia età?!”
“Ma dai Anna, sei ancora una bella donna”
“Non prendermi in giro, Dario”
“Ti assicuro che se ti mettessi giù bene, a mazzi ne troveresti!”
“Certo, vecchi bavosi, interessati solo al mio stipendio…ma lo so che dovrei ...
... curarmi di più!”
“Guarda, basta davvero poco!”. Così dicendo mi alzo e la cingo alla vita. “Un vestito che metta in risalto le tue forme, e poi…un reggiseno che evidenzi il tuo bel seno, senza essere volgare” e così dicendo accenno a sorreggerle le tette, senza toccarle.
Lei replica sollevando le mammellone “Dici davvero? Alla mia età?”. “Anna, non hai idea che peccati farei io con quel ben di dio!” “Non prendermi in giro!” Le stringo le tettone e il suo respiro diventa affannoso. Butta la testa all’indietro e, baciandola sul collo, le sussurro “Anna, mi ecciti!” e le prendo la mano facendole sentire il mio uccello duro sotto i calzoni. “madonna, da quanto tempo che non ne sento uno!” Le slaccio il vestito che cade per terra, resta in mutandoni e reggiseno. Le tette appoggiano dolcemente su una pancia morbida, dalla pelle delicata. Le accarezzo il sedere, le bacio i seni e scendo lungo la pancia. Sono inginocchiato di fronte a lei, arrivo all’elastico delle mutande che scosto leggermente. Lei sobbalza e un fremito la scuote quando, abbassandole i mutandoni di pizzo nero, comincio a leccarle la figona coperta da una rada peluria, aprendole le grandi labbra con le dita e succhiando il clitoride con avidità. Mi posa una gamba sulla spalla per facilitarmi il lavoro di lingua. Subito diventa un bagno e tenendomi la testa premuta sulla passera mi incita: “siììììì, dio che bello, leccamela, entra con la lingua, forza, non ti facevo così porco, sììììì, mi piace, continua, ahhhh!” ...