1. Sostanziale soddisfazione


    Data: 20/03/2018, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    Volevo dapprincipio raccontare quello che mi è accaduto per tantissimi anni, perché essendo per mia indole una ragazza morigerata e irreprensibile, per nulla invereconda né spudorata, ho trovato solamente adesso tramite il supporto e le esortazioni della mia fedele amica sia la decisione che la prodezza d’esporlo, riportando seraficamente l’avvenimento di seguito descritto che mi è capitato di recente. Per svariati periodi di tempo, nel borgo dove risiedo, ho adocchiato sorvegliando un uomo da lontano e in quel periodo gli ho sorriso. Lui invece no, pur non essendo gelido né minaccioso né ostile m’ha sovente ignorato. Per molto tempo ho provato affetto squadrando un maschio da lontano, ho desiderato tutto di lui, la sua corporatura smilza e nevrastenica, le sue mani affusolate e nodose, i suoi occhi accorti, irritabili e perfino tormentati, fino a quando parlandomi lui non m’ha riservato un’occasione fissandomi un appuntamento in una stanza d’una locanda in un paese limitrofo, una camera effettivamente come tante, in verità attuale, impersonale ma scarna, così come una camera d’un policlinico. Lui al presente m’ammira, m’adocchia per bene, mi scruta eppure non conversa, non dialoga, perché rimane in piedi quasi pensieroso e raccolto. Io non riesco a guardarlo negli occhi, sono interamente appassionata, radicalmente a disagio, casta, composta e timida. Penso che mi trovo qua per fare l’amore pondero dentro me stessa, malgrado ciò tutto m’appare insolito, strambo ed eccentrico, ...
    ... a tratti chimerico e irreale, giacché fino a ieri sarebbe stato impraticabile. Con un sospiro lui si siede sulla sponda del letto sempre senza parlare, io rimango in piedi al centro della stanza come frastornata e rincretinita dagli eventi, finalmente si gira verso di me e in modo perentorio m’annuncia di svestirmi in modo risoluto. Io eseguo espletando quell’intimazione con un grosso intoppo, sennonché mi sfilo il chiaro indumento che ho indossato per l’occasione. Rimango con il reggipetto e le mutande, le gambe s’innalzano di fronte a lui come due pilastri, simili a quelli d’una scultura di roccia calcarea mentre attendo frattanto il suo segnale: “Te lo ripeto, svestiti completamente, desidero esaminarti disadorna ed essenziale”. Io mi slaccio lentamente il reggipetto, scendo dai tacchi e mi sfilo le mutande, non sono depilata, perché mi piace avere la fica villosissima, ho infatti una larga striscia di morbido pelo che sovrasta quel monte, lui mi squadra il foltissimo pube complimentandosi per la veduta, poiché lo intuisco appieno dalla sua rallegrata espressione. Mi fissa la fica, avverto che l’ispeziona, subito dopo m’intima nuovamente: “Adesso allungati con calma sul letto” - m’ordina nuovamente, con una voce infiacchita dal tono cavernoso, comodamente raggiungo la metà libera del letto e mi sdraio di fianco, la mia mano adesso sorregge il capo. Io gli sorrido, lui è sempre contegnoso e formale, è meditabondo, pare un fedele in procinto di ricevere il pane eucaristico. ...
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