La mia storia, quarto capitolo: fiorenzo
Data: 21/03/2018,
Categorie:
Trans
Autore: anatrav72, Fonte: Annunci69
... Trento in primavera, cosa che feci con molto piacere.
Quello che successe lì me lo ricordo fino nel culo: mi portò la sera in periferia, tra alcuni capannoni. Scendemmo dalla macchina e cominciò a farsi succhiare il cazzo, mi mise a pecorina e mi succhiò il culo insalivandomi fino a farmi colare. “Stanotte abbiamo parecchio tempo troia, preparati perché tra poco qui arriva gente e dovrai fare bella figura”, mi disse mentre mi sistemava davanti a un capannone in modo che mi si potesse vedere dalla strada che percorreva la zona industriale. “Prendi la borsetta in macchina, puttana, fai vedere come si lavora per strada”. Sentite queste parole mi eccitai a dismisura e il mio culo fece quello che fa quando è trattato come si deve: si bagnò colando tra le cosce la saliva che Fiorenzo mi aveva sputato in culo. Presi la borsetta e cominciai a girarla come una puttana da strada. “Vedi di lavorare troia, voglio vedere risultati”, alzò la voce Fiorenzo. Mi imbarazzò un poco sentire la voce alta perché non conoscevo la zona e avevo paura che mi vedesse gente che non cercava sesso. Lui continuò: “Mignotta, non hai capito un cazzo, devi darti una mossa: vai sulla strada a lavorare, cazzo!”, e così dicendo si avvicinò a me e mi sculacciò forte. Corsi sulla strada a fare quello che mi aveva ordinato.
Essere comandata in quel modo da un prete era una cosa che mi eccitava in maniera indicibile: avevo il cuore in gola e il ...
... respiro veloce. La strada era di periferia ma frequentata: non era passato un minuto che passarono alcune macchine, non si fermarono, ma rallentarono e guardarono la puttana. Io non sapevo cosa fare: fosse stato a Firenze sarei stata più tranquilla ma lì, a Trento, in un posto che non conoscevo, avevo paura.
Dopo qualche minuto ancora si fermò uno, un tipo normale, giovane, mi chiese cosa cercavo e se avevo un posto dove andare: gli risposi che non avevo un posto ma che se voleva potevamo andare tra i capannoni. Mi chiese di fargli vedere il culo, lo feci e subito mi disse di camminare e precederlo a piedi che lui mi avrebbe seguito in macchina: mi illuminò con gli abbaglianti mentre camminavo e vide che c’era anche Fiorenzo. Mi suonò con il clacson e mi avvicinai al finestrino: “Che ci fa lui?” chiese. Gli spiegai che era con me. Decise che andava bene e mi disse di continuare a camminare, lui sempre dietro in macchina. Arrivammo in mezzo ai capannoni, Fiorenzo mi prese per le braccia e mi sistemò in ginocchio sotto di lui: “Succhiami il cazzo, troia”. Il giovane in macchina scese, si avvicinò e mi dette anche lui il cazzo in bocca. Cominciai a lavorare a pieno ritmo. Le due macchine lì parcheggiate, una con le luci accese, attrassero altre macchine con relativi cazzi dentro e in breve ero piena di lavoro. :-)
Fu una notte piena di cazzi in bocca e in culo. “Se Trento è sempre così mi ci trasferisco”, pensai. :-).