1. L'angelo di Ferragosto


    Data: 22/03/2018, Categorie: Maturo Autore: giessestory

    ... facevo niente; quelle risate servivano anche a esorcizzare il mio turbamento.Una mattina mentre andavo a fa la spesa con Colomba, una donna della mia età ma esperta di volontariato, portai la discussione sull’argomento: come si comportavano loro con i ragazzi maschi, quando questi si eccitavano?- Beh, cara mia, ognuna si comporta come sente, non esiste una regola... sono giovani e, nonostante tutto, molti hanno le loro pulsioni: arrapano come chiunque, lo sai no?– e mi lanciò uno sguardo d’intesa.- Con un po’ di discrezione, se te la senti, puoi fare come fanno tante altre... potresti dargli una mano. – Esitai per un poco, poi capii:- Ah, una mano... una mano nel vero senso della parola? – e con le dita mimai il gesto di chi tira una sega a un maschio.Colomba rise di gusto: - Brava, hai capito al volo! –3Due giorni dopo, a Ferragosto, organizzammo la brace sulla spiaggia, portammo una chitarra e cenammo tutti in allegria.Più tardi, la maggior parte tornò alla pensione, mentre alcuni dei giovani più grandi insistettero per restare almeno per quella notte, sull’arenile.Mi offrii di far loro da assistente e mi lasciarono il vecchio pulmino Volkswagen per ritirarci a nostro piacimento.Anche Samuele volle rimanere. Eravamo in quattro: due ragazzi, una ragazza ed io.Chiacchierammo, giocammo e alla fine si doveva pagare pegno: io persi indecorosamente.Era tardi e sulla spiaggia non c’era quasi nessuno... lontano qualche altro falò si spegneva, mentre i nottambuli se ne andavano ...
    ... via.Il buio e l’allegria si resero complici delle nostre parole, il pegno divenne sfida; la sfida divenne tenzone, poi fu un continuo duello di... “e tu? e io; e te la senti, e non te la senti...” eccetera eccetera.Insomma alla fine io ero la pesante signora borghese, che si finge emancipata, perchè è di moda negli anni sessanta... ma che non avrebbe saputo uscirsene dai luoghi comuni.Incapace di trasgredire... incapace di godersela in libertà e schiava dei suoi taboo!Così, il mio pegno prese una piega inaspettata: dovevo avere il coraggio di toccare il membro di Samuele davanti agli altri due.Per stemperare l’atmosfera, mentre arrossivo nell’oscurità, dissi:- E che ci vuole: è una settimana che glielo tocco... – e risi – Caccialo fuori, su, vediamolo questo pisellino! – lo presi anche in giro.- No! – intervenne la ragazza – Devi farlo tu... deve fare tutto da sola, giusto? – disse, cercando la complicità dei suoi amici.Accettai e mi spostai lentamente verso la sedia di tela su cui stava seduto il ragazzo.D’un tratto si fece silenzio e tutti si divennero attenti ai miei gesti.Con gli occhi bassi e col cuore che batteva all’impazzata, m’inginocchiai davanti a Samuele e iniziai delicatamente ad armeggiare con i bottoni del pantaloncino.Il suo cazzo, da sotto, gonfiava la patta tendendo la stoffa sottile. Lo sentivo sotto le dita.Piano piano lo liberai e adesso il suo affare svettava, duro come la pietra.Nel buio sembrava una grossa melanzana. Lo sfiorai con la punta delle dita:- ...
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