1. La spirale del degrado


    Data: 27/03/2018, Categorie: Autoerotismo Dominazione / BDSM Autore: GeneDominante, Fonte: RaccontiMilu

    ... poveretta grida e pianti di disperazione.Erika, in simbiosi, stringeva forte le dita e tirava, a volte affondando le unghie, come a voler richiamare quelle sensazioni su di lei ed a voler urlare quel piacere perverso misto a dolore, mentre gli umori iniziavano nuovamente ad uscire dalla sua vulva ed essere assorbiti dalle mutandine leggere, per la terza volta in quella calda giornata di metà luglio.Voleva disperatamente essere quella donna bionda, anche quando l'uomo la faceva inginocchiare, la posizionava a novanta gradi, si sedeva a cavallo al contrario su di lei, facendole appoggiare il viso a terra e tenendole il sedere all'insù rivolto verso la telecamera per poi afferrarle i glutei con decisione a mani piene, allargandoli fino a rivelare l'ano e le grandi labbra, umide.Erika si chiedeva che cosa avrebbe visto se al posto della bionda ci fosse stata lei, soprattutto quando l'uomo avrebbe iniziato a tirare quella pelle arrossata al massimo, fino a deformare lo sfintere ed a schiudere le labbra vaginali.Si chiedeva come si sarebbe sentita, ad essere mostrata così oscenamente al pubblico, chiunque fosse.Con questa domanda in testa, inconsciamente, mentre continuava ad accarezzare la base ormai sudata dei suoi seni ed a torturare i suoi capezzoli, iniziava a muovere il bacino avanti e indietro, strusciando le cuciture delle mutandine umide sulla sedia e sulla sua pelle sensibile.Nei pochi momenti di lucidità, quando vedeva quei video, si chiedeva come avesse fatto a ...
    ... ridursi in quello stato.Lei che raramente pensava al sesso, poco di più ai ragazzi, alla cura del suo fisico un po' trascurato e molto di più ai suoi studi, alla lettura e all'arte, era diventata come uno dei tanti giovanotti pervertiti che tanto snobbava, una regolare consumatrice di pornografia, che passava buona parte delle sue giornate a masturbarsi vedendo video su internet, mentre le sue amiche uscivano, andavano al mare o semplicemente in giro. Di certo nessuna di loro avrebbe mai sospettato minimamente che quando diceva �oggi non esco, devo aiutare mamma� o �stamattina passo in biblioteca e probabilmente farò tardi� o �stasera sono veramente stanchissima, non ce la faccio�, in realtà stesse seduta nella sua stanza, rapita dalla sua nuova droga.In quei pochi attimi di lucidità, si vergognava di se stessa, arrossiva e si bloccava, voleva chiudere quel portatile e dimenticare tutto, uscire e tornare ad essere quella di sempre, ma il suo corpo non rispondeva, le mani poi riprendevano instintivamente ad accarezzare le sue grosse mammelle, per cercare nuovamente quel piacere perverso e la vergogna svaniva.Intanto, sullo schermo, la donna veniva fatta sedere su una poltrona di pelle, i polsi bloccati dietro lo schienale, i piedi poggiati anch'essi sulla poltrona, il bacino scivolato in avanti e le cosce divaricate, legate insieme alle caviglie e bloccate con delle corde in maniera tanto efficace quanto incomprensibile.L'uomo iniziava quindi ad accarezzarle la vagina, facilmente ...
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