1. H, H & S - Conciata per le Feste


    Data: 29/03/2018, Categorie: Maturo Autore: giessestory

    ... e mi tornai a sedere sul divano, naturalmente la gonna scivolò in su, in su, sulle collant scure.- Assaggiate ... e ditemi la verità! – lo guardai con la tazza in mano, fingendo di non vedere il suo sguardo, incollato sulle cosce.Don Liborio sorseggiò il caffè:- E’ buono, lo sapevo già. Voi fate il più buon caffè del vicinato. – disse cordialmente.- Grazie ... ve l’ho fatto con la mano del cuore! – poi aggiunsi – Mi ero un poco appisolata ... –- Mi dispiace – disse lui, veramente confuso – io non sapevo ... –- Ma che dite? Si, si ... io ho mille cose da fare ... figuratevi – accavallai le gambe e mi misi più comoda sul divano – Volevo solo dire che adesso, riprendere mi rincresce. Figuratevi, parlando con decenza, che non sono ancora salita sopra, neppure per fare la pipì! –Don Liborio, preso alla sprovvista, si agitò leggermente sulla sedia. Era un vecchio ed era all’antica, non era abituato a certe confidenze.Gli sorrisi sfrontata:- Beati voi uomini, che potete farla dovunque ... –Il contadino rise.- Signò, in campagna così si faceva ... – poi prese coraggio – senz’offesa, lo sapete quando io ero ragazzo, tanti anni fa, come si faceva? –- No ... dite ... - dissi curiosa, non sapendo dove volesse andare a parare.- Solo le ragazze giovani portavano i mutandoni, le donne che avevano figliato, insomma le femmine sposate che lavoravano in campagna, non portavano proprio le mutande ... tranne quando non potevano farne a meno, voi mi capite ... –- Ah ah ... e perché? – risi ...
    ... spontaneamente.- E perchè ... perchè ... non vorrei offendere ... – e si fece una risatina nervosa, mentre si alzava, visibilmente accaldato.- Ma dite, don Liborio, mica sono una ragazzina ... – lo presi in giro, mentre il suo impaccio mi dava carica. Non riuscivo a non pensare al suo sesso ... ero curiosa. Come lo aveva? Si faceva ancora duro ... da quanto tempo non veniva?- Non le portavano perché pisciavano all’erta ... in piedi insomma! – disse lui facendosi coraggio.- Cosa? Non si accovacciavano neppure? – incalzai.- Qualche volta si ... – sorrideva, ancora un po’ impacciato, ma l’argomento lo divertiva pure a lui.- Noi ragazzini le spiavamo, proprio con la speranza che si abbassavano per vederle nude. Per questo pisciavano in piedi ... allargavano le gambe, ma non si vedeva niente. –- Una vita campagnola ... – dissi perplessa – e io che pensavo che si proteggessero, di sotto intendo, con due paia di mutande.- E signò ... il mondo è sempre uguale, credetemi. Anche allora si face all’amore. –mi guardò con un’espressione sognante, credo ripensasse al passato.- Il padrone se le ripassava quasi tutte, spesso senza vergogna ... come il cane. Se ne portava una dietro una pianta e la voleva trovare già pronta. –Un calore intenso mi invase la vagina, costringendomi ad accavallare le cosce dall’altro lato.- Aspettate ... volete un liquorino? – gli dissi, alzandomi a mia volta.- No, grazie, signo’ ... sto bene così. Grazie per il caffè ... squisito e pure per le chiacchiere ... –- Ma ...
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