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Come inculai Sigfrido
Data: 01/04/2018, Categorie: interviste, Autore: Tibet
... appoggiando le mani alla parete. Presi dal borsone un condom, lo misi, non volevo usargli nessuna delicatezza anzi volevo fargli male. In realtà non feci molta fatica a incularlo, era abituato, cominciai a sbatterlo forte, una mano al fianco, l'altra sulla sua nuca a tenerlo chinato, Lo facevo uscire per poi rificcarlo dentro con forza. Volevo che soffrisse e sapevo come fare, lo levavo e lo inserivo con cattiveria curando di farlo entrare nel suo culo non diritto ma con una angolatura anomala, ma non facevo, in realtà, che aumentare il suo piacere. Non durai moltissimo ma abbastanza. Mi fece venire con le sue contrazioni, i suoi spasmi, li sentivo dal suo ano mentre godeva e sborrava. Gemeva piano... i gemiti sembravano il fare di un coniglio. Ne godevo. Ci staccammo, lui uscì per primo, quando tornai al pontile... non c'era più. Chi usò chi? Nessun pensiero al riguardo, non era importante, tempo dieci minuti e l'avevo dimenticato come probabile abbia fatto lui nei miei confronti. So che allora denominai così quell'episodio... “come inculai Sigfrido”. Tibet.