1. I miei tre moschettieri


    Data: 01/04/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: ClaVal

    I miei tre moschettieri Abito in villetta in campagna in posizione isolata ma comunque a ridosso di un paesino grazioso, a pochissimi km dal mare e dalle colline al confine tra Lazio e Toscana. E’ ormai un paio di anni che vivo lì, da quando sono rimasto solo, e lavorando da casa è il posto migliore per viverci. Non ho amicizie nei dintorni ma qualche semplice conoscenza. Abitando in una villetta ed essendo solo, inevitabilmente ci sono tanti lavoretti da fare che con non poca fatica riesco a portare a termine per via che devo dedicare del tempo anche al lavoro. Per questo parlando con un ragazzo appena diplomato ed in cerca di qualche lavoretto da fare, gli proposi di darmi una mano. Ci accordammo e si presentò da me il giorno successivo. Era un bel ragazzo, bel fisico, capelli castano chiari ed uno sguardo profondo ed ipnotizzante dato dai suoi occhi verdi. Gli mostrai ciò che avrebbe dovuto fare e lo feci iniziare dal taglio dell’erba del giardino. Ogni tanto andavo a vedere come si districava e ogni volta restavo ad ammirarlo nel suo lavoro. Lo guardavo sempre più con insistenza ed iniziavano a nascere in me sogni e voglie peccaminose. Quel suo fisico prestante ed i suoi movimenti mi eccitavano. Non avevo mai avuto rapporti sessuali con il mio stesso sesso ma era sempre vivo in me il desiderio di farlo. Mi procuravo il piacere di essere posseduto da un maschio con articoli sessuali come falli realistici, anche di misure rilevanti, ed il mio buchetto era ormai ...
    ... diventato un bel buco enorme, somigliante ad una vagina con le grandi labbra. Infatti durante i miei giochi solitari la chiamavo “la mia fica”. Ma un bel cazzo vero ancora mai. Non avevo ancora mai provato quel piacere forse per mancanza di coraggio e della giusta occasione. Forse era quella l’occasione buona e forse dovevo avere il coraggio di tentare. Marco, questo era il nome di quel bel ragazzo, terminò il lavoro, si diede una sciacquata veloce e se ne andò lasciandomi avvolto dall’immaginazione di quel corpo che mi possedeva e di me che gli regalavo piacere sia con la bocca che con il mio fondoschiena. Speravo che i miei articoli da gioco mi avrebbero calmato il desiderio ed invece non fecero altro che accrescerlo. Non vedevo l’ora che arrivasse il giorno successivo per avere ancora la possibilità, l’occasione giusta e il coraggio per liberare la mia voglia del cazzo di Marco. Il giorno dopo alle 10, puntuale come speravo, arrivò Marco. Dopo un caffè volle iniziare a lavorare e quindi gli mostrai alcune cose che avrebbe dovuto spostare. Ma il pensiero e i miei sguardi erano rivolti al suo bassoventre. Se ne accorse, mi fece un sorriso ed iniziò il suo lavoro. Dopo circa mezz’ora entrò in casa chiedendomi un po’ d’acqua. Lo feci accomodare sul divano e mi disse che in un movimento malfatto aveva sentito un piccolo dolore alla schiena. Chiesi se aveva bisogno di un massaggio e Marco accettò. Immediatamente si insinuò in me l’idea che quella era l’occasione che aspettavo; dovevo ...
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