La prima sega di Stefania
Data: 08/04/2018,
Categorie:
Etero
Autore: AllarmeRosso
Ci ho messo ben cinque mesi per conquistarla, Stefania.Eh sì, eravamo entrambi appena maggiorenni, frequentavamo la stessa classe ed in più eravamo seduti allo stesso banco un po' per caso. Io, infatti, ero un elemento piuttosto turbolento e il consiglio di classe aveva deciso che, per tenermi sotto controllo, mi sarei dovuto sedere nella prima fila di banchi in compagnia di una persona che mai e poi mai avrebbe potuto innescare in me la voglia di disturbare.Stefania, lei si che era una bella ragazza -almeno per i miei gusti- capelli lunghi e neri, bel viso, seno piccolo (un peccato) e, sebbene fosse magra, aveva dei fianchi larghi, un bel sedere sporgente e piuttosto grande, sempre fasciato in jeans decisamente stretti, e un paio di cosce ben tornite. Faceva la ballerina, Stefania.I primi giorni, stare accanto a lei era una tortura per me in quanto non parlava mai e prendeva sempre appunti (ma che cavolo aveva da scrivere per ore intere lo sa solo lei), e come un animale selvatico sotto sedativi, mi sentivo spaesato. La guardavo, cercavo di capire che tipo fosse, ne studiavo le forme e più di una volta mi sono sentito eccitato pensandola completamente nuda, avevo iniziato addirittura a prendere appunti su un quaderno per piacerle.Un giorno, verso la fine del primo quadrimestre, mi ha rivolto la parola per la prima volta, chiedendomi se avessi preso gli appunti per il giorno dopo visto che lei si sarebbe dovuta assentare e non voleva restare di certo indietro rispetto agli ...
... altri. Accettai. I docenti, stupiti da quel mio cambiamento, allentarono un po' la presa su di me, cercando anche di instaurare un rapporto quasi amichevole anche nei miei confronti.Il giorno dopo lei non c'era, ricordo bene che per tutto il giorno non parlai e me ne stetti seduto al mio posto senza mai alzarmi, nemmeno per andare in bagno o per sgranchirmi le gambe. Mi stavo innamorando di lei.Quando tornò, le feci trovare gli appunti con tanto di schemi riprodotti perfettamente sul suo quaderno, e tra le pagine vi chiusi una rosa. Fece un sorriso, notando il fiore, e mi schioccò un bacio sulla guancia ringraziandomi. Da quel giorno, il nostro rapporto si andò consolidando, io recuperai le insufficienze ed ero felice.Arrivarono le vacanze di Natale, le chiesi il numero di cellulare e ogni giorno, ogni minuto, ogni secondo, ci mandavamo dei messaggi. Non eravamo più dei semplici compagni di classe, lo sapevamo entrambi, eppure nessuno di noi aveva trovato il coraggio di farsi avanti con l'altro.Le chiesi di uscire, la portai al cinema. Il film credo di averlo visto per i primi cinque minuti, poi avvicinai la mia mano alla sua e l'accarezzai, lei la strinse e poggiò la testa sulla mia spalla. Era ancora inverno, nel cinema non si sentiva il calore del riscaldamento, perciò ci eravamo coperti con i nostri cappotti, come se fossero delle coperte. Le accarezzavo i capelli, le baciavo la fronte e lei mi guardava sorridendo, il film non interessava più ad entrambi. Ci fu uno sguardo ...