After the dance
Data: 12/04/2018,
Categorie:
Etero
Autore: velvetMorgana
... pressione delle mie labbra, gonfie e tese, su questa tua carne?)
licenziamo ogni ulteriore rivendicazioni di classe.
Ti ho colto alla sprovvista e asciugato di bocca ogni parola.
Contro la secchezza delle fauci conosco solo un'infallibile rimedio.
Stesa qui sul marmo, cedo alla sua porosità parte del mio calore crescente.
Corpo disteso, discinto, si riflette su questo pavimento lucido e freddo.
Noi possiamo essere magre, grasse, piacenti, belle, seccanti, graziose, insopportabili, frigide o scostumate, ma.
Ma davanti al gesto del nostro corpo che s'inarca per far volar via quell'ultimo soffio di intimo che ci resta addosso voi (magri, grassi, piacenti, belli, seccanti, insopportabili, lascivi, traditori) non potete far altro che restare incantati.
Cala il silenzio su questo marmo bianco, in Milano.
Perché certe liturgie vanno celebrate come si conviene.
Recitami addosso il tuo messale di parole sconce, apri la mia carne più segreta.
Ungimi di saliva e profana ogni sacralità di questo mio corpo.
Conta sulla punta della tua lingua ogni mio gemito, ogni mia omissione.
Sacrilega, io ora ti prego.
Ti prego di non fermarti.
Rimetti i miei peccati, rimettimi le dita dentro.
Lascia che la tua lingua sussurri al mio piacere, così bagnato e sporco.
Innalzami alle porte del paradiso e poi lasciami cadere.
Come pioggia. Il mio corpo si contrae nell'orgasmo che mi libera dalla morsa della tua bocca.
Mille gocce di me irrorano questo marmo bianco, ora bollente.
Come la pioggia, dopo la danza, lasciano un segno indelebile. Nella nostra memoria.
Peccaminoso, bianco marmo in Milano.
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