1. Vecchio puttanone tunisino


    Data: 19/04/2018, Categorie: Maturo Autore: datteroblu, Fonte: xHamster

    Quando avevo 18 anni e mi iscrissi all’Università, trasferendomi a Catania, andai a stare nella casa in affitto di mio cugino ventiquattrenne e laureando, proprio il figlio di quella zia popputa che era il mio segreto e peccaminoso desiderio erotico. Nonostante l’età non avevo molte esperienze, e la vita universitaria con mio cugino e i suoi amici costituiva il primo momento di libertà dopo una adolescenza provinciale e molto casalinga. I compagni di casa erano mio cugino e due altri ragazzi più grandi di me che uscivano la sera e mi adottarono quasi come una mascotte. Così appresi che avevano l’abitudine almeno una o due volte al mese di recarsi in una casa di appuntamenti e di fare sesso con prostitute. Io ero molto timido e rinunciavo a queste pratiche anche se ero eccitato moltissimo dall’idea di scopare. In casa circolavano giornali porno e io, quando avevo un poco di privacy, mi sparavo magnifiche seghe. Nei sogni mi accoppiavo con belle e pettorute pornostar o facevo la festa alla zia, immaginando di provare la sua fica o di sfondarle il culo nelle posizioni che vedevo in foto. Sapevo che prima o poi avrei dovuto superare le paure e provare con una donna vera, ma rimandavo l’occasione.Finalmente una sera, dopo una pizza, e il conseguente intento dei miei tre coinquilini di fare un salto alla casa-bordello, incitato dai ragazzi mi feci coraggio e li seguii. Entrammo in un salottino modesto dove un uomo di mezza età avanzata (il magnaccia) ci accolse con grandi sorrisi, ...
    ... mi strinse la mano e mi carezzò pure la testa. Ci presentò due nuove ragazze e una delle due, cominciò a farmi complimenti e coccolarmi. Era una biondina ventenne magra ma graziosa, l’altra, più altezzosa, una spilungona bruna con begli occhi. Ci dividemmo a coppia e io attesi con uno degli amici e con il vecchio che mio cugino e l’altro compagno facessero i loro comodi. Il protettore mi chiese cosa studiassi e come mi trovavo in città, si parlava come in una visita di parenti, ma la cosa allentava la mia tensione. Quando mio cugino tornò, mi diressi allo stanzino dove Doris (così si chiamava la biondina) mi aspettava. Quello che successe dopo lo ricordo senza molta nostalgia. Fu una cosa meccanica, come recitata a memoria, Doris mi masturbò fino a farmelo diventare duro poi mi infilò un preservativo e iniziò a spompinarmi. Ero teso e non riuscivo a concentrarmi. Doris si stese sul lettino e allargò le magre cosce. La fica mi attraeva, ma non riuscivo a toccarla e mi misi sopra per la mia prima scopata e fu lei stessa a guidare il pisello nella fessura. Iniziai a muovermi e nonostante avvertissi qualcosa di gradevole, sapevo già che mi sarebbe stato difficile venire. Dopo 10 minuti di su e giù, Doris si era annoiata e io mollai. Niente di esaltante. Mi lavai e uscii. In realtà ero un poco preoccupato. Avevo perso la mia verginità, ma non era andata come pensavo, anzi. Trovai i ragazzi che stavano bevendo una caffè, seduti nel salottino con il vecchio, e c’era una signora che ...
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