Giulietto (prima parte)
Data: 22/04/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: jeepster
Roma, 1966. Sandro e Giulietto entrano ridacchiando nella stanza in penombra, dove regna un generale disordine; è illuminata solo da una lampada appoggiata su un comodino di fianco al letto. Abbracciandolo Sandro sussurra: «Il mio Giulietto, finalmente!»
«Professo’, ormai solo te me chiami ancora Giulietto»
«E tu invece sei l’unico che mi chiama professore; te l’ho detto mille volte: non sono un professore! Sono Sandro e basta… però per me tu sarai sempre Giulietto, il meraviglioso "angioletto" che ho incontrato in quel cinema quattro anni fa»
«Sì ma poi è passato ‘n sacco de tempo prima che avemo fatto quarcosa… me credevo che nun t’ero piaciuto… »
«Già, ho lasciato passare un anno, non potevo, eri ancora troppo giovane, rischiavo la galera»
«Però dopo ce semo rifatti, stavamo sempre appiccicati… finché nun sei sparito ‘n’artra vorta… t’ero venuto a cerca’ all'artra casa e la vicina tua m’ha detto ch’eri partito… poi ce siamo rivisti a Villa Borghese ma nun era più come prima…. Che te credi? L’ho capito subito che te n’eri trovato ‘n artro... – si guarda attorno – nun voi accenne la luce? »
Sandro prende una grossa torcia elettrica a pile che si trovava ai piedi del letto.
«No, si è rifulminata la lampadina… Raffaele ha detto che stasera me ne porta una che va bene per la corrente a 220; se devo cercare qualcosa uso questa! »
«Che t’avevo detto? Lo sapevo io... allora se chiama Raffaele quello novo!»
«Ma no, Raffaele mi fa da autista, mi aiuta con ...
... la mia attività di commercio d’arte, è il mio segretario»
«Se, se… er segretario!... lassamo sta’ va».
Giulietto gli si avvicina e si fa passare la torcia, l’accende e comincia a puntarla in faccia a Sandro che cerca di schernirsi, poi dopo aver scherzato un po’ butta la torcia sul letto e abbraccia Sandro, dapprima affettuosamente, poi con un intenzione più esplicitamente sensuale. Cominciano a spogliarsi a vicenda lasciando cadere a terra i propri indumenti fino a restare completamente nudi.
I due si abbracciano e si accarezzano, poi Giulietto si china davanti a Sandro, tenta di iniziare un rapporto orale ma Sandro non riesce ad eccitarsi.
«Professo’, com’è?... Hai insistito tanto pe’ rivedemme e mo ch’è successo? Nun te va più?»
Chiede il ragazzo restando in ginocchio guardando Sandro dal basso.
«È come se tu non fossi più lo stesso di prima, ora che sei quasi un uomo fatto, faccio fatica a ritrovare il ragazzo che ho tanto amato»
Giulietto si alza in piedi.
«Vordì che mo nun me voi più bene? Guarda che io so’ sempre er Giulietto de prima» dice abbracciando l’altro teneramente.
«Ma certo che ti voglio ancora bene! Solo che adesso mi sembri… diverso!… il tuo corpo non è più dolce come una volta, ti sono cresciuti tutti questi peli… e anche il carattere mi sembra cambiato, sei più serio, forse più triste… quasi preoccupato, senza più l’entusiasmo di una volta».
Giulietto si stacca.
«Pe’ fforza! Mo me tocca anna’ a lavora’, faccio er manovale, ...