1. Nello scompartimento


    Data: 10/09/2017, Categorie: Etero Autore: caimano, Fonte: RaccontiMilu

    Quando mi sono svegliato mi sono acorto di non essere più solo nello scompartimento. Ne avevo cercato uno vuoto, per riposare senza fastidi, poiché il viaggio sarebbe stato lungo e noioso. Adesso sedeva una donna molto elegante, press'a poco quarantenne, indossava occhiali e i folti capelli le ricadevano sulle spalle, mettendone in risalto la forma delicata. Il vestito raffinato risaliva poco oltre le ginocchia, per causa delle gambe incrociate e si era tolta le scarpe. I piedi, anch'essi curati, risaltavano più che ogni altra parte del corpo. La pelle era chiara come il latte e uno smalto rosso faceva da contrasto, accentuandone la finezza. Si era accorta del mio sguardo prolungato ai piedi e rimise le scarpe, come a rimproverarmi della mia malizia. Mi scusai e lei di riflesso fece lo stesso, non avrebbe dovuto toglierle, ma era solo molto stanca e dopotutto io dormivo. Allora un'idea, folle, proprio come quel viaggio. Perché non togliere le scarpe? Potrei farle un massaggio per lenire la stanchezza. Sa, notavo i suoi piedi, così belli e delicati, perché sto studiando da massaggiatore. Mi sorrise e allungò il piede destro, dolcimente appoggiava la testa allo schienale, chiudendo gli occhi. Così le sfilai la scarpa e allargai le gambe, in modo da poter appoggiare il piede tra di esse. Massaggiavo delicatamente la pianta con movimenti circolari, risalivo e nell'incavo che segnava l'inizio delle dita mi fermavo volutamente, per riscendere nuovamente, con maggiore ...
    ... pressione. Ogni tanto avvicinavo il piede al mio ventre, strusciandolo con movimenti impercettibili per lei, tremendamente eccitanti per me. Continuava a tenere gli occhi chiusi, così decisi di osare. Mi piegai per avvicinarmi al suo piede, poiché ne desideravo percepire l'odore. E mentre il profumo ricercato si mescolava alla fragranza naturale della sua pelle, inebriandomi, mi accorsi di aver smesso di massaggiarla. Alzai la testa, lei mi fissava e mi chiese cosa studiassi. Non si muoveva, non ritraeva il piede e il suo corpo era sempre in una posiza lasciva. Aveva capito che non ero un massaggiatore, ma in ogni caso non le dispiaceva. Allora non le risposi, ignorandola volutamente. Le sollevai il piede, portandolo al petto. Ne sentivo nuovamente l'odore e lei richiuse gli occhi. Iniziai a stimolare le dita, una ad una, le carezzavo per sentire i muscoli contrarsi, denunciare la sensibilità. Poi spostai le mani sulla pianta e sulla caviglia e presi l'alluce tra le labbra, succhiandolo, assaporandolo. Feci lo stesso con le altre dita, lentamente, sono sceso fino al mignolo, risalito fino all'aluce. Con la mano destra allora ho iniziato a toccarmi da sopra i pantaloni, quando la voce metallica ha interrotto il nostro momento per annunciare la fermata successiva. Era quella di lei. Così ho smesso di leccarle le dita e lei, senza asciugarle bagnate dalla mia saliva, ha nuovamente indossato le scarpe. Si &egrave alzata e salutandomi con un sorriso &egrave uscita dallo scompartimento. 
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