Un abbraccio ( Alla maniera di Scopertaeros )
Data: 12/09/2017,
Categorie:
Etero
Autore: Hermann Morr, Fonte: EroticiRacconti
Tutto è cominciato in una maniera così innocente. Ci si incontra per strada, tanto tempo dall'ultima volta, ci avviciniamo per i bacetti di saluto, ma tu mi abbracci anche, e io ricambio. Un abbraccio che si fa solo un filo troppo stretto, dura un attimo troppo a lungo, e il mio bacio sulla guancia si avvicina appena all'orecchio, la tua pelle sembra scottare. E' un punto che mi attira come una calamita, non so che farci. Solo un attimo, poi tutto torna normale, saluti alla prossima occasione, tra un anno, dieci anni, chissà. Non è mai andata diversamente tra noi. Questa volta però non è come le altre, perchè pochi giorni dopo, passato il fine settimana, ti ho vista entrare nella mia galleria, non c'era nessun altro in quel momento. Così ho tolto gli occhiali che uso per non bruciarmi gli occhi con lo schermo, mi sono alzato per salutarti. Anni fa eri già passata a vedere il posto, lo avevo aperto da poco, c'era stato un attimo, anche senza nessun contatto avevo sentito il tuo calore, e mi ero sentito cadere verso di te, come se fossimo calamite. Non ci siamo toccati, sei andata via subito, ma sono convinto che anche tu lo abbia sentito. Questa volta invece mi hai chiesto subito un altro abbraccio, ed è stato ancora più stretto, ancora più lungo, tanto che le mie mani sono scese dalle spalle, a congiungersi appena prima del tuo sedere. Per strizzarti meglio. E ho sollevato la testa dalla tua spalla, per toccare il tuo naso col mio. " Hai questa curiosità ? " " Ecco, si, è ...
... una curiosità.. " Ci siamo baciati, li davanti alla vetrina, in vista di chiunque passasse, ho potuto conoscere la tua lingua, spessa, prepotente, ho finto di morderti dove prima baciavo, ho solo appoggiato i denti. " E adesso ? " Il tono con cui l'hai detto, c'era quasi preoccupazione, pietà. Per te stessa ? " Se vuoi di più, vai tu a chiudere la porta, c'è la chiave li nella serratura. Se no, non è successo niente, ci siamo salutati. " E tu l'hai girata quella chiave, hai chiuso, mi hai seguito di sopra nell'appartamento, dove tengo i quadri più belli. E li abbiamo ripreso da dove ci eravamo interrotti. Non aspettavo ospiti, non avevo acceso il riscaldamento, era freddo, ma c'è il piumone sul letto. Sepolti sotto il piumone e la coperta di lana abbiamo fatto tutto, hai voluto tutto, pensavi che non ci sarebbero state altre occasioni e io non ne chiedevo. Ma poi, mentre passavamo gli ultimi minuti prima che tu dovessi andartene, ho avuto quell'attimo di vanità, ti ho mostrato sul telefono ER, la lista dei miei racconti, non pensavo davvero che li avresti letti. Neanche pensavo che saresti andata a scavare quelli di un certo tipo. E invece, due giorni sono passati, un nuovo fine settimana si avvicina, e tu sei ancora qui, con gli occhi spalancati e una domanda che non riesci a fare. E io stavolta ti abbraccio senza neppure chiedere. Le cose vanno come prima, tu che giri la chiave, io che ti porto su, nudi, piumone. E tu a chiedermi se davvero faccio certe cose, e io che ti sto ...