1. Enrica


    Data: 26/05/2018, Categorie: Etero Autore: LadyEve, Fonte: RaccontiMilu

    Non era una mattina come le altre. Quel giorno Enrica doveva recarsi nella villa dove era stata assunta come segretaria.La giovane donna abitava in un piccolo ma grazioso bilocale, situato nel centro della città natia, che il padre le aveva donato due anni prima in occasione della laurea.Enrica, svegliata dai rumori primaverili della città, scese dal letto, infilò un paio di ciabattine comode e si recò verso il bagno in fondo al corridoio.Ancora assonnata e solamente coperta da un paio di comode culotte, preparò il caffè ed accese il vecchio stereo nero. "I'll get you anything my friend, if it makes you feel all right, cause I don't care too much for money..." così cantavano i Beatles mentre Enrica mangiucchiava senza troppo entusiasmo una brioche confezionata.Finita la colazione la ragazza ritornò in camera e spalancò le finestre lasciando che la luce del mattino lambisse il corpo fragile e giovane, come un'amante premuroso.Iniziò quindi la lunga procedura di preparazione alla sua prima giornata lavorativa; dall'armadio scelse una camicetta bianca, una gonna beige che le arrivava al ginocchio, delle calze autoreggenti color carne con un solo fiocchetto trasgressivo e delle ballerine di un rosa smunto. Dopo la scelta dei capi d'abbigliamento, una crema dal profumo africano le nutrì la pelle, grazie ad un massaggio deciso che le mani di Enrica effettuarono in tutti gli angoli del corpo, portando con sé un'ombra di eccitazione.In seguito, canticchiando la canzone ...
    ... proveniente dalla cucina, si vestì e mascherò il viso infantile con un poco di fard, mascara e rossetto rosso.Per finire scelse una borsetta a tracolla di pelle, unico ricordo di mamma, che riempì di oggetti personali.Prima di uscire sorseggiò il caffè e con un gran respiro varcò la soglia di casa, con l'ottimismo passeggero di giovane ventenne.Uscita dal palazzo seicentesco in cui alloggiava, automaticamente i suoi passi la portarono alla fermata dell'autobus, dove passò 15 minuti fantasticando sul futuro, prima di arrivare in fronte ad una moderna villa.Dopo aver schiacciato timorosamente il pulsante a fianco del cancello, Enrica si presentò al citofono e venne accolta all'interno della dimora.Una sorta di maggiordomo tuttofare la fece accomodare; era un uomo che non arrivava alla quarantina, di colore, alto e con occhi scuri che sembravano contenere ancora l'immagine della savana. Con un'impeccabile accento italiano le disse di attendere, che in breve sarebbe arrivata la signora per le 'spiegazioni da primo giorno di lavoro'.La mente di Enrica era un turbine folle, i suoi occhi saettavano lungo tutte le pareti e i mobili dell'atrio, in cerca di un indizio, qualcosa che le permettesse di predire il futuro le sarebbe toccato.Passati meno di cinque minuti fece la sua entrata una donna superba e dalle bellezza sfuggevole ma intrigante, la proprietaria della villa pareva una matrona romana agghindata dai suoi bracciali d'ambra e dalla veste color crema che le fasciava il corpo."Tanto ...
«12»