1. Luca : il mio p e n t i m e n t o


    Data: 28/06/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: overbsx, Fonte: Annunci69

    Mentre facevamo il bagno, Luca giocava in acqua in maniera del tutto spensierata, si comportava come se quel che aveva raccontato, appartenesse alla normalità.
    
    Dei ragazzi giocavano a palla in acqua, e lui si unì a loro.
    
    Mi misi seduto sul bagnasciuga e lo guardavo, tra tutti quei ragazzi Luca era il più bello. Giocavano a pochi metri da me, l’acqua superava di poco le ginocchia, quei corpi bagnati erano attraenti, i loro schiamazzi attiravano lo sguardo, ma ciò che brillava in quella moltitudine di giovani era il culo di Luca.
    
    A furia di tuffarsi per parare la palla, lo slippino era scivolato in giù scoprendo il culetto; a chiunque fosse accaduto lo avrebbe tirato in su, Luca no. Luca aveva compreso di avere un punto di forza in quel culo sporgente e tonico come solo un ragazzo può avere. A tratti si piegava in avanti poggiando le mani sulle ginocchia, a guardarlo sembrerebbe stesse facendo riposare la schiena: no, lui lo faceva per esibire quelle sfere che chiunque desidererebbe possedere.
    
    Avevo rabbia, mi resi conto che, che insomma mi dava fastidio che altri lo vedessero, magari lo toccassero anche in maniera del tutto innocente. Sicuramente a quei ragazzi non importava un cazzo del culo di Luca; ma il solo pensare che nella foga del gioco potessero toccarlo, mi infastidiva terribilmente.
    
    Ma cosa mi accade, non mi sono sentito così male neppure quando in disco guardavano con insistenza Martina (la mia ultima ragazza) e magari degli stronzi lanciavano ...
    ... battute un po' pesanti. Ora sento un groppo in gola al solo pensiero che qualcuno sfiori questo cazzo di ragazzo; Luca continuava a saltellare e ridere con i suoi amici, sentivo il cuore scoppiarmi, andai a casa.
    
    Percorsi quei pochi metri con un turbinio di pensieri, la mente mi scoppiava, pensavo solo a lui; per un secondo mi venne in mente di salire in macchina e scappare via, fare ritorno a Milano.
    
    Una sensazione strana, come se il mondo mi crollasse addosso: io non ero come lui, non volevo esserlo, la sua figura angelica nascondeva il diavolo, l’inferno.
    
    Mi aveva trascinato nel suo mondo, si era approfittato di me, della mia bontà; mi faceva male pensare a quel che mi aveva raccontato: come poteva un ragazzo chiudersi in un gabinetto con uno sconosciuto, accettare di denudarsi e farsi fare quelle cose. E poi io, io chi ero diventato, cosa avevo fatto, anzi, cosa mi aveva costretto a fare quel mostro di ragazzo, mi aveva costretto a prenderlo in bocca, a bere il seme che serve solo per ingravidare una femmina; ero pentito per non essermi ribellato, io non sono frocio, è stato lui che mi ha convinto a provare: sì ma ora non accadrà più, a me fa schifo fare quelle cose.
    
    Ero sotto la porta quando sentii urlare il mio nome, mi girai e lo vidi correre verso di me: mi spinse dentro casa, come una furia si tolse il costume bagnato lanciandolo a terra, mi diede un bacio sulle labbra, e senza neppure darmi il tempo di pensare disse: “vado a fare una doccia, vieni pure tu, ...
«12»