1. 217 . Papi e sua figlia Manuela


    Data: 02/07/2018, Categorie: Etero Incesti Autoerotismo Gay / Bisex Autore: ombrachecammina, Fonte: RaccontiMilu

    Quella mattina mia figlia e io eravamo in ritardo, non riuscimmo nemmeno a prepararci la colazione, così lungo la strada ci fermammo ed entrammo dentro ad un bar. Dietro al bancone una signora anziana che ci accolse sorridente, bevvi il mio caffè e mia figlia prese un cappuccino. Pagai le consumazioni e notai lo sguardo che la signora ogni tanto mi dava. Compresi che si stava domandando se la giovane ragazzina fosse mia figlia oppure una mia giovane amante. Per fugare ogni dubbio dissi che eravamo di corsa e che �mia figlia� era in ritardo a scuola. Salutammo e zigzagando per la strada giungemmo appena in tempo prima che suonasse la campanella. Al ritorno, solo nella mia auto, mentalmente rividi mia figlia e, solo in quel momento mi accorsi di quanto fosse cresciuta. Per me era sempre la mia bambina, ma la sua crescita era stata repentina, e io non l�avevo nemmeno mai pensata come una donna, come una creatura appetibile a qualcuno. Non so se succede anche ad altri ma sono quei pensieri che un po� per volta ti entrano nel cervello e non se ne escono più. Era bella, del tutto simile alla mamma, con un corpicino da modella in erba, con quel seno all�insù che sfidava la legge di gravità. Rammento che quella mattina mi tornò nella mente la sua maglietta, identica a quella che Baglioni citava parlando del suo �Piccolo grande amore�. Una maglietta con lo scollo a � V � veramente �fina� con quelle punte sbarazzine che parevano voler forare il tessuto. I jeans erano bianchi e ...
    ... aderentissimi come una seconda pelle e le segnavano la sua �cosina� e il suo cucuzzolo prominente. Mi chiesi mentalmente se ero impazzito a pensare mia figlia in quel modo osceno. Tentai di ricacciare i cattivi pensieri in fondo al mio cervello accendendo la radio e cercando di sintonizzarmi su un canale che trasmettesse notizie sportive.Trascorsi l�intera mattinata in ufficio, disturbato ed assente. La mia segretaria mi osservava in modo strano, sicuramente si era accorta di quell�aria distratta che evidenziavo ad ogni sua domanda. Arrivarono le dodici e trenta e finalmente uscii e mi presentai davanti alla scuola. La vidi uscire, al suo fianco un ragazzino biondo che sicuramente stava tentando di conquistarla. Erano tenerissimi, la timidezza era palese in entrambi. Lui la salutò con un buffetto sulla guancia e lei gli sorrise divertita. Poi ridivenne seria e sistemandosi meglio lo zainetto sulle spalle si avviò verso di me.�Ciao papi ��Si arrampicò mettendomi le braccia attorno al collo e mi diede un bacio sulla guancia.�Ciao Manu ��Salimmo in auto e lei si sedette al mio fianco, si sfilò lo zaino e si sporse all�indietro per poggiarlo sul sedile posteriore. Il seno duro come il marmo premette per un breve istante sulla mia spalla destra. Chissà quante volte prima si era verificata una situazione del genere e mai ci avevo fatto caso. Invece lo notai, e lo notò pure lui, il mio cazzo, che iniziò a sussultare e ad irrigidirsi gradatamente. Mi concentrai sul traffico e provai anche a ...
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