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Col capo
Data: 16/09/2017, Categorie: Etero Autore: Baby-doll, Fonte: EroticiRacconti
Sono le otto di mattina e sono alla mia scrivania impeccabile come sempre, con una gonna a vita alta con taglio sopra il ginocchio e spacco dietro una camicetta che contiene la mia quarta di seno e tacchi, sono la segretaria personale del capo di una nota azienda di Milano, e un uomo sempre in completo che valorizza le sue spalle ampie e muscolose, alto occhi verdi e a dieci anni più di me. È un Don Giovanni al di fuori del lavoro perché per lui non ci può essere divertimento con i suoi dipendenti, ma guardare questo lo fa è come se lo fa lo beccato lanciare qualche occhiata nella scollatura mentre ero davanti alla sua scrivania ma poi lo fissavo e tornava il solito scorbutico affascinante. Arriva in ufficio alle otto e mezza entro in ufficio dopo dieci minuti "Buongiorno" lo salutò lui muove solo il capo quello è il suo modo di salutare, gli elenca le riunioni a cui dobbiamo partecipare, gli poso la sua posta smistata e gli metto difronte il solito caffè amaro "a che ora prenoto per il pranzo?" gli chiedo, lui mi guarda "prenota per mezzogiorno e mezzo per due" "va bene" mi dirigo alla porta esco mi sistemo alla mia postazione, ditemi un po' e-mail arretrate faccio qualche telefonata. Arriva l'ora della prima riunione, il capo esce fuori dal suo ufficio si sistema la cravatta e la giacca, mi alzo in piedi mi abbasso la gonna e lo raggiungo andiamo verso l'ascensore non dice una parola come sempre, entriamo in ascensore schiaccia il numero otto cominciamo a salire quando ad ...
... un certo punto sento un botto e l'ascensore si ferma di colpo guardo il capo lui schiaccia subito il pulsante di chiamata ma niente non si sente niente, comincia a camminare avanti e indietro e agitato schiaccia di nuovo il pulsante ma niente tira fuori il telefono "non c'è campo CAZZO" sono sorpresa non lo mai visto cosi agitato gli vado incontro lo guardo "calmati adesso arrivano e ci tirano fuori" mi guarda con una faccia strana non gli avevo dato del lei main quel momento non ciò pensato torno al mio angolino e sto in silenzio, passa mezz'ora è ancora niente è più agitato a il respiro più veloce si toglie la cravatta come se stesse soffocando è un velo di sudore gli imperla la fronte, ora capisco che soffre di claustrofobia e so che cosa fare anche se perderò il posto di lavoro per quello che sto per fare mi avvicino a lui che è seduto e guarda fisso le porte mi inginocchio davanti a lui e gli prendo il viso fra le mani e non sto su a pensarci lo bacio sperando che funzioni, lui reagisce aprendo la bocca e fa incontrare le nostre lingue mi sposto subito lo guardo non riesco a capire cosa sta pensando quindi vado sulla difensiva "mi scusi signore e che ho visto che stava poco bene e una volta ho letto su una rivista che se si soffre di claustrofobia bisogna fargli pensare a qualcos'altro quindi ho pensato di fare quello che ho fatto ma io..." balbetto ma vengo zittita da un suo bacio lo guardo lui mi guarda "signorina le anno mai detto che parla troppo? apprezzo il gesto ...