1. Apriti culo


    Data: 07/07/2018, Categorie: Esibizionismo Autore: Lucciola fra le mani, Fonte: EroticiRacconti

    ... saggiai la tenuta dello sfintere. Premendo si schiuse come i petali di un fiore; sento la massa dura e compatta della mia cena che premeva, lì a pochi millimetri. Ritraggo la mano e, impastata sotto l'unghia, una materia densa, quasi nera. Sapevo che qualcosa di grosso stava "bollendo in pentola" e volevo gustarmi lo spettacolo, così spostai il mio deretano dal water al bidet da dove avrei goduto di una vista migliore. Mi accoccolo in pizzo, piegandomi il più possibile in avanti, le tette schiacciate sulle cosce e protendendo il culo così da ricoprire totalmente la conca del bidet. Mi guardo nello specchio ammirando la rotondità delle mie chiappe. Sì cari ragazzi, mi piaccio! Sono orgogliosamente esibizionista e assolutamente compiaciuta di questa parte del mio corpo; è il mio pezzo forte. Nonostante gli anni conserva una struttura solida e ben fatta, grazie anche al lavoro in palestra. È il sogno proibito dei miei uomini che apprezzano soprattutto l'elasticità del suo buchino che all'occorrenza si trasforma in voragine per accogliere attrezzi di ogni misura e che riesce a cagare stronzi grossi come clave senza fiatare, come spero possa essere in questo caso. Mi assesto ancheggiando e do il via alla battaglia concentrando una pressione fortissima sul buco del culo. Chinata in avanti, con la testa sulle cosce, vedevo riflesso il mio volto con i lineamenti alterati dallo sforzo. Grugnisco, mentre le mani mi divaricano le natiche e i polpastrelli stimolano lo sfintere per ...
    ... aiutarlo ad aprirsi. Spingo come una forsennata e, insomma, centimetro dopo centimetro un tarello scuro e appuntito fece capolino quando io stavo quasi per soffocare. Percepisco il buco assurdamente dilatato. Era come avere ancora il cazzo dì Amadou nelle budella. Prendo fiato per godermi questo momento, sollevandomi mi giro verso lo specchio accarezzando quel cilindro brunastro che spunta alieno tra le mie chiappe. È enorme! Riesco a malapena a circondarlo tra l'indice e il pollice. Mi domando quanto ce ne sia ancora dentro di me. Ingrifata ricomincio a spingere, ma cazzo se è duro! Sento il buchino che brucia, spingo con tutte le mie forze ma niente; poi finalmente il tappo duro e asciutto si tramuta in uno stronzo più morbido, lucido e appiccicoso. Ne assecondo l'uscita sollevando il culo man mano che questo cala per evitare che torcendosi si rompa anzitempo. Mi bilancio sporgendomi in avanti e poggiando le mani sulle cosce per contrastare il peso del deretano. Modulando l'evacuazione accresco il piacere; ormai ne avevo già espulso una ventina di centimetri e continuava a uscire, in modo silenzioso, cento per cento merda, dura e sana. Una voluttuosa libidine mi pervade. Mi stringo un seno torcendomi il capezzolo; il grande calore che mi avvolge lo sfintere s'irradia alla figa mentre con la mano libera iniziai a masturbarmi. Ed ecco infine che, con un sonoro squizzo la parte terminale più morbida e calda si staccò adagiandosi fumante nel suo letto di ceramica. Ora la mia pancia è ...