1. Sogno. Frammenti di un amore


    Data: 11/07/2018, Categorie: Sentimentali Autore: samas2, Fonte: EroticiRacconti

    Pomeriggio assolato. Nel grande appartamento ridotto ormai a bivacco, son momentaneamente solo all’interno dell’ampia e polverosa stanza dove le persiane semichiuse filtrano e attenuano l’abbacinante luce esterna di un cielo straordinariamente azzurro. I libri di testo sono aperti e sparsi sul tavolo, le pagine sfogliate da repentini refoli di vento, mozziconi annegano nei posacenere. Giorni di ansie e di speranze, di impazienza di diventare adulti sotterrando inconsapevolmente i semi del rimpianto prossimo, di una gioventù forse mai consapevolmente e completamente gustata. È primavera, tempo d’esami, di ormoni e di desideri alle stelle. N. comparsa a sorpresa sulla porta scherza, si prende gioco di me, mi stuzzica. Mi stupisce: lei non si è mai comportata così. Mi alzo dalla sedia bruscamente e con uno scatto le vado incontro. Fugge via leggiadra e ammiccante, la sua armoniosa risata riecheggia nel corridoio; si rifugia nell’ultima stanza ed io la seguo. Nella penombra siamo soli; chiudo la porta, la afferro per i polsi e dopo una breve lotta, più rituale che reale, la stendo sul letto, mentre lei continua a ridere di me, giocosa e provocante. La voglia e la trepidazione di scoprirci, di darci l’uno all’altra ci invade il corpo e la mente, i nostri sensi prendono fuoco. La luce del sole, ridotta a striature di persiane, si posa sui nostri giovani corpi. Mi avvicino e il suo volto dolcissimo dagli occhi neri come carbone, è ora tutto il mio orizzonte visivo. Eccitato, mi ...
    ... sento bruciare soavemente, il suo alito tiepido e profumato mi inebria, i nostri corpi aderiscono con passione. Lei adesso non ride più, gli occhi le brillano. Ora muta mi fissa e ed io m’annego beato e dimentico di tutto nel suo sguardo. Nel silenzio, musica d’infinito, lei si abbandona arrendevole, le nostre labbra si sfiorano, si toccano, si fondono. È semplicemente meraviglioso. Desiderio e realtà sono un’unica cosa. Ma sto sognando? Si, e ora sveglio rimpiango il sogno dissolto e considero il tempo, tanto, che mi separa da quei giorni. Giorni di un amore che toglieva il fiato, inespresso, rimasto seme, ma che ha contribuito a forgiare i versi della mia vita. Mi alzo dalla poltrona in cui mi ero appisolato, avvolto dalle spirali di una tenera malinconica. Esco di casa. Primavera come allora. Nel diluirsi del pomeriggio nella tenera sera, nello scolorirsi nel crepuscolo, meravigliose nuvole di un rosa carico e altre vaghe, scure come inchiostro diluito si stagliano sul bagliore azzurro che ancora persiste a occidente. L’intenso, inebriante, stordente profumo dei tigli è intorno. Sciami di fanciulle vestite di abitini leggeri, che scoprono piacevolmente la loro pelle, procedono in una teoria di farfalle leggiadre. Cerco di ripercorrere a ritroso il tempo, sospeso fra presente e passato, mi protendo vanamente per afferrare un sogno già lontano, svanito: mi ritrovo smarrito nella mia infinita nostalgia di te. È notte e le strade consuete, d’incanto si trasformano in vie d’acqua ...
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