Una questione di peli
Data: 16/07/2018,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: fabrizio
In fondo è poi tutta una questione di peli, nient’altro che una questione di peli, penso mentre mi accarezzo la barba fluente... Appena maggiorenne mi aveva fatto depilare interamente, con particolare attenzione ai pochi, radi peli della barba; un minimo di permanente per accentuare i miei già naturali capelli ricci, e da ultimo un leggero colore rosso sulla bocca, capezzoli e glande, per sottolineare per contrasto la diafana adolescenzialità del mio corpo. Poi mi aveva portato al Casale, una villa sulla collina, dove il tanfo di muffa faceva intuire che non fosse normalmente abitata, ma utilizzata appunto per quel tipo di conventicole. Nel salone in penombra una dozzina di uomini, stravaccati su divani in pelle o in piedi su tappeti persiani a confabulare; riconosco, dai vestiti di sartoria, dalle barbe fluenti o risorgimentali, dal gesticolare intenso e insieme distaccato, il loro lignaggio, la loro nobiltà o il loro subitaneo arricchimento; sicuramente la loro alienità del mio mondo di strade, piazzette e piccoli baretti di periferia. La penombra interrotta da macchie di luce in corrispondenza del buffet e dei tavolini colmi di alcolici, bicchieri e cestelli del ghiaccio. Nell’aria risuonante di jazz ambient, una nuvola di fumo di sigaro che aleggia a mezz’aria e si mescola all’odore di piedi costretti nella calzature di cuoio inglese. Vengo presentato al padrone di casa, i cui occhi luccicano per il dono come un bambino a Natale. Si inginocchia ai miei piedi e rivendica ...
... la sua primogenitura prendendolo in bocca e succhiandomi rapacemente. Quando vengo, solleva il volto colante di sperma, ed è il segnale per il branco che mi si avventa addosso, famelico, per trarre piacere da ogni pieno e da ogni vuoto del mio corpo liscio. Qualche anno dopo, la depilazione ha risparmiato solo un riccio triangolo al pube; ai loro occhi sono un giovane uomo, arrogante e sfrontato, che si offre al branco dando loro l’opportunità di riaffermare il loro potere nei confronti di tutti i giovani uomini, arroganti e sfrontati quanto me, che osano sfidarli nei sindacati delle loro aziende, nei letti con le loro donne, nel mondo di cui si sono incoronati padroni; così, in quell’arena che puzza di piedi, offro il mio triangolo riccio alla loro vendetta rancorosa. Svincolato dalle regole civili e sociali che cominciano a valere solo fuori dalla porta, il loro l’assalto è rabbioso e violento, mirato non al loro piacere sessuale ma alla mia umiliante mortificazione. I loro peni mi penetrano, mi percuotono, mi forzano fino a che il loro furore, una volta sfogatosi, li induce ad accoppiarsi l’un l’altro in un orgiastico delirio di amplessi. Qualche anno ancora, e la depilazione non è più necessaria; siamo tutti uomini maturi, un’esistenza di rivalità, passioni, rivincite hanno lasciato spazio ad una pacificata comunanza generazionale, una condivisione fra persone che tutto hanno assaggiato, tutto hanno digerito e tutto hanno evacuato, come testimonia il vello argenteo che ...