Consumata
Data: 19/09/2017,
Categorie:
Etero
Autore: Miss.elle, Fonte: EroticiRacconti
Una serata come tante, con solo un pizzico di voglia più del solito. Voglia, voglia di Alcol, voglia di uomo, voglia di voglia. Dipinsi le mie labbra di un rosso fuoco, quello forte ed accecante della passione, volevo che ogni uomo che mi avesse guardata capisse che sì, avevo voglia di consumarmi, ma ero altrettanto vogliosa di consumare lui. Il mio vestito bordeaux, i miei capelli legati con un leggero elastico che li lasciava comunque liberi su di una spalla e delle decolletè appena comprate, finivano la presentazione che avrebbe portato la mia figura nella mente di chiunque mi avrebbe guardata. Ogni uomo avrebbe dovuto desiderarmi, solo allora avrei potuto decidere quale sarebbe stato il fortunato, perché sì, la cosa certa era che ce ne sarebbe stato uno. Mi sedetti al bancone del bar, mi sistemai elegantemente sullo sgabello che inalzava la mia figura, ordinai un martini e cominciai la mia caccia. Tutto era fondamentale, come una partita a scacchi, anche la mossa che sembrava la più inutile poteva dimostrarsi decisiva. Afferrai delicatamente il bicchiere tra pollice e medio, mentre l’indice puntava più in alto, ti indicava dove guardare, ti dava il consiglio giusto, posare il tuo sguardo sui miei occhi, perché se lo avessi posato sulle mie labbra poi saresti entrato in un vortice senza uscita. Ma l’uomo è stupido e non ascolta i consigli, e fu per quello che sentii all’istante gli sguardi su di me, sul mio movimento lento e sulle labbra rosse che intrappolavano goccia ...
... dopo goccia il sidro nella mia gola. Il bicchiere si allontanò dalle mie labbra e queste ultime lo lasciarono andare come in un addio e come in un addio rimasero leggermente dischiuse per aspettarne invano il ritorno. Il primo uomo che ebbe il coraggio di avvicinarsi a me non sarebbe stato di certo quello con cui avrei chiuso la serata. Lo usai per giocare, lo usai per ottenere l’interesse di chi davvero avevo già puntato. Accettai il suo drink e lasciai che provasse a sedurmi con le sue incantevoli parole, ascoltavo lui ed ascoltavo i richiami del mio corpo che sapeva di aver avvicinato la vera preda. Sentivo i brividi sulla pelle e la voglia salire in attesa del momento giusto in cui finalmente avei trovato soddisfazione sotto le sue mani. Quando gentilmente declinai l’invito del poveretto a proseguire la serata a casa sua, sentii nettamente il ragazzo ghignare un sorriso. Mancava poco, ogni cellula del mio corpo ansimava l’attesa che fuori non si percepiva se non per piccoli gesti languidi e peccaminosi che ogni tanto mi lasciavo sfuggire. Sentivo le persone andarsene ed il buio della notte entrare piano piano nel locale, le luci si fecero più soffuse ed in poco tempo rimanemmo solo io e lui. Scolai l’ultimo sorso nel bicchiere invitandolo a fare la propria mossa. Superò il bancone che ci aveva divisi per tutta la serata e convinto di avere la partita in mano mi chiuse dentro il locale intrappolandomi, senza sapere che quello in gabbia in realtà era lui. Si avvicinò a me come ...