1. Santa, la mia mamma. Capitolo 1°


    Data: 07/08/2018, Categorie: Incesti Autore: meandmymom, Fonte: EroticiRacconti

    ... pizzeria molto carina. Entrammo e ci sedemmo. Mamma prese una pizza capricciosa, mentre io una prosciutto crudo, da bere due birre medie. Mentre mangiavo, non potevo fare a meno di abbassare lo sguardo e guardare le gambe di mia madre, erano stupende. Allungai una mano e la mise tra le sue cosce. Pensavo che mamma me l’avrebbe fatta togliere e invece no, prese un tovagliolo e lo mise sulle gambe in modo da nascondere quello che stavo facendo, poi le aprì leggermente in modo da facilitarmi i movimenti. Sposta la mano fino ad arrivare alla sua figa, con un dito scostai leggermente le mutande, e poi ne infilai un altro dentro di lei, iniziai cosi a masturbarla. A nessuno dei due importava, dove eravamo, mamma stava solamente attenta che nessuno si accorgesse di quello che stava succedendo, ed io non avevo nessunissima intenzione di smettere. A un tratto però un cameriere si avvicinò al nostro tavolo ed io di scatto tolsi la mano. Decidemmo in quel momento di pagare il conto e di andarcene. Prima di tornare in albergo però ci fermammo a mangiare un gelato e a fare quattro passi per le vie della città di sera. Nel mentre, parlammo di tutto, anche di cosa era successo e anche seppur inizialmente entrambi all’inizio ci vergognavamo e ci sentivamo in colpa per quello che era accaduto, alla fine capimmo che oramai entrambi eravamo presi dalla situazione e uno dall’altro, per quanto ci saremmo potuti sforzare di non farlo accadere più, sapevamo che era impossibile, ci ...
    ... desideravamo troppo. Senza accorgercene ci allontanammo troppo dall’albergo, e si erano fatte quasi le tre del mattino. Decidemmo quindi di chiamare un taxi per farci riportare indietro. Arrivò in pochi minuti. Durante il viaggio di rientro, mamma si poggio sulla mia spalla, mi voltai un secondo a osservarla, incrociammo gli sguardi e ci baciammo, incuranti di cosa potesse pensare l’autista del taxi. Arrivammo in albergo e salimmo alla nostra stanza. Mamma aprì la porta con la chiave, non mi diede neanche il tempo di entrare nella stanza che tornò a baciarmi e a togliermi la maglietta. Mentre continuavamo a baciarci, chiusi la porta, e la portai verso il letto. Mamma a quel punto si fermo e staccò dalle mie labbra. Non disse nulla, fece un cenno con le dita a indicare un tavolo che c’era in un angolo della camera. Capii che voleva farlo là sopra. Ci spogliammo velocemente e completamente. Presi mamma in braccio e la feci sedere sul tavolo. M’inginocchiai davanti a lei, allargai le sue gambe e incominciai a leccargliela. Mamma iniziò ad ansimare, ed io volevo farla godere ancora di più, quindi, infilai dapprima un dito, poi un secondo e infine un terzo dentro la sua figa. A quel punto iniziò a urlare pesantemente. Sentirla godere così fece salire in me ancora di più l’eccitazione. Smisi di masturbarla e leccarla, mi alzai in piedi e una volta sistemato il cazzo sulla sua fessura la penetrai pesantemente. Decisi di pomparla subito con veemenza, di farla godere molto più di prima. Per ...
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