Prof di filosofia - un nuovo inizio
Data: 12/08/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Asseffect
Sono appena uscito da lezione e mi dirigo alla fermata del bus per tornare a casa. Con le cuffie addosso sento qualcuno picchiettarmi sulla spalla, mi giro e vedo il mio vecchio prof di filosofia che mi sorride bonario:
“Eilà, come stai?” mi chiede. Rispondo che sto bene, ho dato gli esami che mi ero prefissato di fare ed in linea di massima non ho grossi problemi. Gli chiedo come sta, notando che sembra triste. Sono passati tre anni da quando ho finito la maturità, e in quel tempo il prof ha messo su un po' di peso, i capelli sono più lunghi e si sono ingrigiti, e una barba incolta alla Aristotele gli decora il volto.
“Sai com’è, a scuola la nuova direzione sta facendo un po' di disastri. Inoltre il tuo vecchio prof di matematica ha ricevuto un’offerta di lavoro in università, quindi per quest’anno è fuori regione… Senti, so che può sembrare strano, ma….” Fa una pausa imbarazzata. Vedo arrivare il mio autobus, ma sono curioso di sapere cosa vuole, anche se già me lo immagino.
“… Ti andrebbe di venire un po' da me? È da molto che sono solo ormai.” “Con piacere”, rispondo “riviviamo i vecchi tempi. Ho sempre avuto un debole per lei, e questa barba non fa che ravvivarlo”. Il suo sguardo si illumina e mi sorride. Lo abbraccio e aspettiamo il bus. Nel mentre avviso che mi sarei fermato fuori a pranzo e chiacchieriamo del più e del meno.
In particolare mi confessa che è da un paio d’anni che non ha rapporti, non trovando nessuno, e che gli dispiace di avermi ...
... approcciato in quel modo. Confesso che con questo semestre anch’io ero un po' fuori allenamento, e ridendo scendiamo dal bus.
Entrati nel palazzo prendiamo l’ascensore.
Mi avvicino a lui e lo bacio. La sua barbona mi solletica il viso, ma le sue labbra e la lingua sono esattamente come me le ricordavo. Entrati nell’appartamento mi spoglio, posando lo zaino e silenziando il cellulare, mentre lui apre le finestre e si siede sul letto.
Resto in mutande davanti a lui, in camicia. Me le abbassa e senza perdere tempo mi prende il pisello in bocca. Mi spompina con foga, la barba che solletica le palle. Lo prendo per la nuca, le mani tra i capelli, ed inizio a dettare il ritmo: “Posso anche venirti in bocca e recuperare, ho qualche ora prima di dover tornare in facoltà”, gli dico. Aumento la velocità, e qualche minuto dopo lo inondo.
Ingoia tutto con maestria, poi si alza e mi butta sul letto: “Ti stupirà”, mi dice spogliandosi, “ma in quest’ultimo periodo, prima che il tuo insegnante di matematica se ne andasse, mi aveva obbligato a diventare attivo con lui: voglio provare anche con te, se te la senti”.
“In genere non mi concedo”, gli dico “ma per lei questo ed altro!” Gli tolgo i pantaloni che ancora aveva addosso, e noto un bel rigonfiamento. Non mi ero soffermato granché sulle sue dimensioni l’ultima volta, ma resto sorpreso. Ha un cazzo lungo, grosso e nodoso, la cappella violacea già bagnata di presperma.
Gli anni in cui non ci eravamo visti si notavano comunque: aveva ...