La mia prima masturbazione.
Data: 16/08/2018,
Categorie:
Voyeur
Prime Esperienze
Tabù
Autore: realbodies, Fonte: xHamster
Potete chiamarmi Daisy, il mio vero nome non è così importante e sono giovane, molto giovane, ed anche qui la mia vera età non sarebbe poi così importante. Quello che invece è importante e credo vi possa interessare, è che mi piace il sesso!Lo so, le ragazze non dovrebbero dire queste cose, specialmente se si parla di masturbazione e si sà, quella femminile è ancora oggi un tabù, figuriamoci se a raccontarvela è una ragazzina, una ragazzina che molto presto ha iniziato a capire che la vagina è un posto che custodisce qualcosa di più di un semplice buchino per pisciare.La mia prima masturbazione oserei dire che non posso davvero ricordarla, perché avevo (ho) il vizio di accarezzarmi la patatina fin dall’infanzia (come se adesso fossi grande) e più che di prima masturbazione, definirei il mio un percorso che mi ha portato alla scoperta del piacere e soprattutto alla scoperta di come praticare un autoerotismo soddisfacente dedicando molto tempo alla mia giovane e fresca fichetta!Quando ero piccola e i miei genitori si accorgevano che avevo le mani nella patatina mi dicevano di toglierle. Naturalmente obbedivo e col tempo imparai che se volevo toccarmi, dovevo farlo in loro assenza o nei momenti in cui loro non potevano vedermi nonostante fossero in casa, come la sera sotto le coperte. Ma anche se dovevo farlo di nascosto e con un pizzico di furbizia, non ho mai rinunciato alle carezze tra le mie gambe.Quando iniziai ad avere l’età per lavarmi da sola e quindi potevo ...
... trascorrere del tempo in bagno senza che nessuno mi osservasse, talvolta prendevo lo specchio, di quelli portatitili tipo per il trucco e guardavo la mia vagina. Con una mano lo orientavo tra le mie gambe e con l’altra dilatavo le piccole e grandi labbra per capire come fosse fatta quella zona. Iniziai a farlo quando la pelle era ancora liscia ed ho osservato nel tempo, il crescere dei primi soffici peli pubici. Contemporaneamente avvertivo tra le gambe una sensazione diversa. Notavo che ogni tanto mi sentivo umida nonostante dopo la pipì mi fossi asciugata bene e quell’umido lo avvertivo come strano, scivoloso, sembrava quasi mi invitasse ancora più di prima alle carezze intime.Crescendo i miei tempi di solitudine aumentavano e verso i quattordici anni i miei genitori avevano iniziato a lasciarmi da sola a casa quando dovevano uscire ed io non potevo o non volevo seguirli. In quei momenti sapendo di non poter essere vista da nessuno, toglievo pantaloni, felpe, slip e mi aggiravo nuda per casa decidendo di volta in volta di strofinare la mia patatina su qualunque oggetto capitasse a tiro: dal bordo della sedia, al profilo della vasca da bagno, passando per i "pali"del letto, i montanti insomma, dove cercavo di far scivolare la mia fichetta sopra. Ma spesso andavo sul classico, completamente nuda mi stendendevo sul letto divaricando le gambe le gambe ed accarezzarmondomi lentamente. Le carezze le facevo con la punta delle dita e non avevo una regola precisa: a volte le facevo roteare ...