1. zia Marta


    Data: 02/09/2018, Categorie: Etero Incesti Autore: Pensieri Osceni, Fonte: RaccontiMilu

    ... mentre lei continuava a succhiarmi il cazzo e le palle.Il lavorio di labbra, lingua e denti era perfetto; le guance e il palato offrivano una meravigliosa avvolgente accoglienza alla mia asta. Nel silenzio dell'ambiente risaltava il suono del respiro che le usciva dal naso e il rumore di risciacquo della saliva che avvolgeva il mio cazzo.Girai lo sguardo verso la porta e immaginai di trovare mio zio piazzato nell'apertura a fissarci, paralizzato e basito; oppure vidi i più e più modi in cui sarebbe spuntato dal corridoio e il suo rimbrotto per il mio ritardo gli si sarebbe strozzato in gola. Immaginai il tutto godendo come un matto. Mentre lei si sfilò il cazzo di bocca con uno schiocco bagnato e iniziò a leccarmi le palle, provai a vedere la scena 'da fuori', come l'avrebbe vista lui passando di fretta per afferrare il portafogli con la patente mentre l'auto attendeva col motore acceso, e con la coda dell'occhio avrebbe notato due figure, una alta e l'altra molto bassa, accucciata, magari per raccogliere qualcosa finita sotto il tavolo. E quante frazioni di secondo, nella penombra dell'ambiente e venendo da fuori, ci avrebbe messo per mettere a fuoco la scena e beccare quindi sua moglie fare un pompino a suo nipote? ''E bada (ora immaginai di sussurrargli) non un pompino qualunque ma un pompino 'meravigliosamente sublime', di quelli che solo delle gran vere troie sanno fare. E lei, 'tua moglie', la mia cara zietta (staccai una mano dal bordo del tavolo e gliela indicai ...
    ... sorridendo), sì che li sa fare...''.Inspirai forte. Una volta che ci ha colti in flagrante, pensai, tanto vale offrirgli il gran finale. E così le cinsi la testa. I palmi poggiati sulle tempie e le dita infilate tra i capelli. Lei capì che volevo scoparmi la sua bocca e sollevò le pupille a cercare le mie, si infilò di nuovo l'asta sempre dura tra le labbra e riprese a succhiare. Immaginando la sagoma del padrone di casa stagliata sull'uscio della cucina affondai una serie di stoccate. Quando fu prossimo il culmine premetti i palmi e la tirai verso l'inguine per svuotare tutto nel suo palato. E lo feci, fino all'ultima goccia. Lei ingoiò tutto e riprese a succhiarlo ma in modo leggero, quasi fosse un gesto defaticante, e affettuoso, come si accarezza un cane che ha eseguito l'esercizio ordinatogli. Io le accarezzai la testa sistemandole la solita ciocca ribelle dietro l'orecchio.�Beh scendo dai. Zio mi aspetta,� le dissi. Lei allora si rialzò asciugandosi dal mento la saliva che le era colata, io sistemai l'uccello e camminando mi abbottonai la patta.�Oh, ce n'hai messo!�, borbottò lo zio quando mi vide, �ti sei spazzolato tutta la ciambella?� Non risposi ma sfoggiai un sorriso sardonico.�Tua zia,� disse agitando una mano, come a scacciarsi un insetto ronzante da davanti la faccia, �ti vizia troppo!�.Continuai a tacere ma iniziavo a provare fastidio per come era solito trattarmi. Il pompino l'avevo ottenuto ma aver dovuto rinunciare ad una bella scopata mi rese indisponente. Di ...
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