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L'amico dell'amico
Data: 08/09/2018, Categorie: Trans Autore: LaTuaLei, Fonte: Annunci69
... letto. La camera è veramente maestosa ma l’arredo che la riempie la rende calda e accogliente. Due specchi in legno con piedistallo molto alti si trovano sulla sinistra del letto dalla parte opposta della poltrone del silenzioso. Il parlante è steso gia in tiro. Il membro scappellato sembra chiamarmi. Ha pochi peli. Palle grandi bell’arnese importante dominato da una sommità rigonfia che da lontano gli da l’aspetto di un carnoso fungo di campagna. Mi avvicino. Noto stupore e piacere negli occhi del parlante che mi guarda da capo a piedi. Che bella topona che sei mi dice. Il silente è li che osserva compiaciuto e mi fa un timido quasi invisibile sorriso. In piedi tra il letto e gli specchi vedo passare la mia figura mi osservo e guardo gli occhi del parlante copiaciuti e pieni di desiderio, uno sguardo al silente che sembra in attea dello spettacolo. Rimango in piedi e mi chino verso il parlante che però ora non proferisce piu parole le spalle agli specchi che lui osserva mentre sono li vicino a lui mentre allungo una mano e gli accarezzo il fungo. Ho voglia di prenderlo subito tra le labbra ma resisto, lo massaggio un po. Si tira allo spasmo. Supera la verticale e va in direzione quasi parallela al corpo. La cappella pesante aiuta la flessione dell’intero organo. Mi siedo sul bordo del letto, incrocio le gambe che guardo dallo specchio. Mi chino verso l’oggetto del mio desiderio e con delicatezza lo lecco nella parte sotto il rigonfiamento come fosse un gelato. ...
... La cappella lucida, sempre piu lucida non ha piu pelle, sembra scoppiare. La accolgo tra le mie labbra nella mia bocca calda che si riempie completamente del frutto. Guardo il silente con sguardo da porca mentre mi delizio nel gustare quel caldo rigonfiamento di carne. Il desiderio la voglia vengono recepiti dal parlante che dicendo “cristo che bocca, come succhi” mi fa capire che il servizio appena cominciato è di suo gradimento. Guardando gli specchi intravedo il gesto del volto del parlante rivolto verso il silente che esprime piacere (ci leggo “che troia”, “che scopata che mi faccio oggi”). Il silente stende le gambe. Le allunga. Come a volersi mettere in posizione per segarsi. Difatti mette una mano sulla patta e si accarezza. Immagino la sua impotenza. Magari non riesce ad arrivare all’erezione che gli permette la penetrazione pero volendo potrei anche a lui se vuole penso. Distolgo lo sguardo dallo specchio e mi concentro sul vivo e non sul riflesso. Mi faccio trasportare dalla voglia accumulata per pompare quel fungo con gusto. La sua mano partita dal ginocchio, con discrezione e timidezza è salita piano piano ha superato il limite dell’autoreggente. La mano aperta sente il calore della liscia carne mentre continua il suo percorso verso il fondoschiena. Lo sento accarezzare l’elastico del perizoma. Lo sposta con il dito, si fa strada tra i miei glutei per sentire la mia figa che ho gia preparato con il lubrificante. Appoggia il polpastrello di due dita a voler fare una ...