1. Carpe Diem - premessa


    Data: 12/09/2018, Categorie: Etero Autore: DukeGB, Fonte: RaccontiMilu

    ... che di clientela ne abbia poco.Io sono uno semplice, che crede nelle sue poche forze, che sa di essere onesto, ma non sono un banditore un vanaglorioso, purtroppo quelli che credono alle mie parole sono sempre meno.Sarà per le mie basse tariffe che riuscii a strappare qualche lezione per l'inizio del periodo estivo, poco prima delle vacanze del genitore, per una studentessa delle medie. Una ragazza quattordicenne o quasi, a cui non fregava niente di tutto, tanto meno imposto da una madre separata, troppo occupata del suo lavoro e tutto il resto, che non l'accorgersi di una figlia cui mancava disperatamente una figura paterna, dell'amore da un genitore e di un appoggio morale psicologico.Aveva lo sguardo triste la ragazza, vagava sperduta sull'autostrada della sua vita, non sapeva cosa fare, come guidare, dove andare.Mi recai a quel domicilio e le prime lezioni furono solo una grande perdita di tempo mia e svogliatezza sua, con contorno di menefreghismo da parte della ragazza, ma per me, significava ossigeno, il campare.Non riuscivo a creare contatto con lei, ero tentato di piantare tutto, ma nelle ultime due lezioni vedendo la svogliatezza della ragazzina anche nel suo abbigliamento qualcosa mi balenò nella mente. Non un'idea precisa, ma sapete quando si sa che è giusto così, ma non il perché.E così feci, proseguii stando più attento ai dettagli, a tutto quanto capitava. A lei che vestita con una minigonna ed una maglietta larga il cui tessuto quando aderente alla pelle ...
    ... evidenziava la protuberanza del capezzolo facendomi intuire che sotto non avesse niente. O nel suo modo di sedersi, che mi permetteva spostandomi di poco, d'intravvedere il suo inguine impacchettato stretto da slippini faticanti al nascondere quella dolce carne.Così non riuscendo ad osservare quelle meraviglie durante il mio spiegare, fingendo di sgranchirmi le gambe e continuando a parlare camminavo in ogni qual dove potessi senza essere visto, sbirciare nella scollatura del maglione sceso da una spalla ed assaporarmi visivamente due rigidi meloncini terminanti in capezzoli così pronunciati ed irti, come sull'attenti. Oppure lasciando cadere distrattamente la matita, biro, o altra cosa tenessi in mano, chinandomi lanciavo occhiate perquisitrici sotto la gonna del momento tra le sue gambe senza l'esserne visto.In poco tempo riuscii ad inquadrare visioni non comuni. Mi procurai anche una mini camera della dimensione di una pendrive, nella quale inserita una memory card di alcuni giga mi permetteva due ore in autonomia di ripresa. Per cui gingillandomi con quel gadget mi stravaccavo sulla sedia di fronte alla dolce pulzella ed avviavo la ripresa cercando l'inquadratura del contenuto delle sue rosee cosce, o da sopra la spalla una sporadica visione delle sue celestiali tettine.Ma oramai avevo superato quel limite che è l'appagamento del voyeurismo, avevo bisogno di qualcosa di più. Non mi soddisfacevano più le masturbate solitarie guardando quei filmati, quei fotogrammi.Cercavo una ...