1. Al motel della Passione - Appendice al racconto "Francesca: il mio sogno erotico"


    Data: 15/09/2018, Categorie: Tradimenti Autore: InusualMe, Fonte: EroticiRacconti

    Oltrepassata la porta della camera del motel, non pensavo più a Francesca; in quel momento desideravo godermi, ancora una volta, la mia amica Lei aveva smesso di chiedersi se tutto ciò fosse giusto o sbagliato. Era rimasta solo la nostra voglia, proibita, ad impossessarsi di noi. Nessuno di noi due parlava più. In sottofondo si udiva solo il nostro respiro tremolante, eccitato: tanto da sembrare affannato Ci guardavamo negli occhi e senza parlarci era come ci dicessimo, sì! Lo sappiamo, non ci apparteniamo, ma ci siamo cercati e adesso trovati. Non lo abbiamo premeditato, è accaduto! E non sappiamo proprio cosa dire, ma siamo consapevoli di ciò che vogliamo. E’ come se tutto fosse stato scritto in un copione, trama la sola nostra passione che, come una seducente ed eccitante musica, ci avvolgeva e ci trascinava, in quel momento, nel turbinio dei sensi. Nostra era la passione, come lei era tornata a essere mia! E mentre la guardavo mi assaliva la voglia di lei; immaginavo le sue mani accarezzarmi ogni centimetro della mia pelle, calda. Mi aggrediva il desiderio, estremo, delle sue labbra, della sua lingua. Eccitante guardarla; ammirarla quasi nuda. Toccarla, accarezzandola piano! La passione s’innalzava sempre più, bruciante, umida, pervadendo entrambi. Così, assetato come viandante nel deserto, ricercai refrigerio nel suo corpo, agognando le gocce del suo piacere, per dissetarmi. - Mio tesoro, mi piaci da impazzire. Ogni tuo sorriso, ogni tuo sguardo, produce in me un brivido ...
    ... di visibile eccitazione. Irrefrenabile diviene il desiderio di averti, stretta, tra le mie braccia Sentivo il suo cuore battere, ritmo impazzito, frenetico. Era un frastuono intermittente e regolare; una cassa armonica che segnava il tempo del suo desiderio, di me. Sentivo il suo volermi. - Senti le mie labbra sulle tue. Le tue narici s’impregnano del mio profumo. Le mie, del tuo Ci avvinghiammo stretti, i nostri corpi a cercarsi. Un guizzo, il suo, e la sua bocca, bollente e madida, avvolse il mio sesso. Sentii! Cazzo quanto la sentii, la sua lingua lavorare sul mio prepuzio, le sue mani a guidarlo all’interno della sua bocca. I suoi occhi puntati nei miei parlavano, dicendomi di appartenermi! La sua saliva mi avvolgeva, la calura delle sue labbra m’inebriava, la sua lingua, tambureggiante, mi ubriacava. Afferrai la sua nuca e la guidai in una danza che la lasciò, quasi, senza respiro. I suoi occhi, spalancati, chiedevano aria ma, nel contempo, supplicavano di non smettere quel dolce martirio. Sentivo i suoi seni sfiorarmi le cosce, percepivo i capezzoli duri, turgidi e gonfi come volessero esplodere. Mi divincolai ed estrassi il mio membro dalla sua bocca. Un rivolo di saliva e mie gocce di piacere le rigavano il labbro. E’ te che voglio adesso, le dissi senza proferire parola! Così i miei denti si attaccarono ai suoi capezzoli mordendoli, succhiandoli e ricolmandoli di arroventata saliva. La strinsi con le mani, forte, ai fianchi e sollevandola la guidai su di me. Allargò ...
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