Erasmus memories: patrik
Data: 24/09/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: kingSAZ
L'erasmus a Londra continuava in quel clima di magia che solo l'erasmus può offrire e solo chi lo ha fatto può capire. Dopo i primi mesi, l'inevitabile gruppo tra italiani iniziale, e le uscite con tutti gli erasmus, però si iniziarono a instaurare le prime amicizie inter-nazionali. Il gruppo con cui mi ritrovavo a uscire nel quotidiano era formato da altri 5 italiani, 6 spagnoli, 3 francesi, 4 tedeschi e un portoghese e una ragazza ceca. Ma i 3 tedeschi maschi erano i meno amichevoli del gruppo. Sempre a parlottare tra loro in una lingua sconosciuta ai più, guardavano sempre dall'alto in basso (complice la loro statura di 185 minimo), sempre a scambiare sorrisi e battute con le ragazze più che con noi. Non che noi pensassimo a farci integrare, diciamo che però avevamo limiti ben definiti. La causa che sconvolse questi limiti fu la nostra amica Miranda. A inizio erasmus dichiarò che voleva collezionare più scopate possibili con più nazionalità possibili. Inutile dire che all'interno del nostro gruppo ci eravamo andati tutti. Io sarò stato il numero 3 o 4, non ricordo di preciso. Ricordo però che dopo qualche mese, davanti a un tè delle 5 tra me e lei, parlando del più e del meno mi disse che il tedesco Patrik era finora quello che la aveva soddisfatta di più. E detto da Miranda, che ormai era arrivata almeno a 15, era una garanzia.
Hai capito Patrik? Battuti dalla Germania così, senza poter fare niente.
Ma soprattutto il tarlo nella mia mente di quel Patrik. Ora, ...
... quando si usciva e vedevo i tedeschi parlottare e ridere tra loro in quella lingua germanica, pensavo solo a Patrik. Alto 187cm, biondo, fisico magro non palestrato, da ciclista qual era. Occhio azzurro chiaro, quasi spento, ghiaccio. Sguardo beffardo nascosto tra quella frangetta lunga bionda. Ebbene sì, Miranda mi aveva lanciato una sfida. Dovevo avere Patrik, quell'eterosessuale primo tra tutta Europa. Non una facile prova per un bisessuale, non dichiarato e che non voleva di certo diventare lo zimbello del vecchio continente.
Un giorno di pioggia di Dicembre, mentre tra una lezione e l'altra mi recavo alla caffetteria dell'università, vedo Patrik che getta la sigaretta finita a terra e entra nella biblioteca. Lo seguo senza pensare a cosa fare, così d'istinto. Nell'androne non lo vedo, mi giro e vedo la sua sagoma entrare nel bagno. Vado anch'io, meno male è agli orinatoi a muro, vado anch'io, lascio uno vuoto e fingo di far pipì. Mi guarda e mi fa [non mi fate scrivere in inglese, tradurrò ogni dialogo per pura pigrizia]:
"Ehi ciao!"
"Ohi Patrik, scusa non ti avevo visto."
"Ah no? Ma se mentre fumavo ti ho visto andare verso la caffetteria e poi cambiare strada di colpo?"
"Eh già, mi sono ricordato che mi serve un libro in prestito per la lezione che ho tra un'ora"
"Sì? E se hai solo un'ora perché fingi di pisciare qui con me invece di cercare il tuo fottuto libro?" - aggiunge il sorriso beffardo che tanto lo contraddistingue - "Secondo me volevi solo un po' ...