1. Acque Torride al Largo di Cap


    Data: 09/10/2018, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: Patrizia V.

    (dal diario di Pat) - Non ci sono più dubbi. - No: è proprio Anja. Ci siamo sfilate dal porto appena in tempo. - I tatuati devono aver comunicato la nostra posizione prima di provare a catturarci… O magari subito dopo aver catturato te. Sollevo lo sguardo dallo schermo del radar e guardo Eva che mi osserva tranquillamente mentre studio lo schermo del computer. Siamo al largo di Cap, e la costa è appena visibile all’orizzonte. Sto scandagliando le acque circostanti alla ricerca di un segnale che indichi un’imbarcazione come quella descritta da Roby sul suo diario telefonico, che Eva continua a monitorare: oltre che lo spunto per diversi ditalini, l’oca (o meglio, l’oha) ci fornisce anche informazioni piuttosto interessanti. - Uno yacht troppo grande per attraccare alla marina di Cap; attraccato al largo da qualche giorno… C’è solo un segnale che corrisponda alla descrizione. - Bene – fa Eva – Passiamo i dati del contatto all’Agenzia, che li controlli con la Marina, e… - Ma c’è qualcosa che non va. - Cosa? - Il segnale del transponder corrisponde ad un’imbarcazione di una ONG umanitaria internazionale: la Transcontinental Migrantes TCM. - E allora? Sospiro: - Beh, è un po’ strano che un delinquente internazionale si rifugi a bordo della nave di una ONG, non ti sembra? (dal diario di Roby) Diego mi ha cuccata mentre andavo a fare la spesa da sola. Franco è ancora a casa che ronfa alle undici, e io scorrazzo seminuda sui trampoli con la busta della spesa in mano fra i negozietti ...
    ... di Heliopolis quando ci incontriamo. Lui è bello come un dio: olivastro, atletico, e soprattutto nudo. Mi trascina fuori dai negozi in un garage immerso nella penombra si mile a quello dove ho fatto l’amore con Pat la prima volta, e mi bacia con una focosità che mi coinvolge subito. Mentre facciamo lingua in bocca, lui mi caccia una mano fra le cosce e mi trova già inzuppata di voglia. Quando glielo prendo in mano, il suo uccello è duro come una spranga di ferro. - Ho voglia – gli sussurro in un orecchio mentre ci masturbiamo a vicenda – Prendimi, ti prego… Non se lo fa ripetere: mi schiaccia contro il muro e mi solleva una gamba, poi me lo infila in una botta sola. - Ouch! – rantolo, sentendomi riempire la figa così di colpo – Sì, fottimi… Mio marito aspetterà. Il venezuelano m’inchioda al muro e comincia a scoparmi all’inpiedi con furia animalesca. Una sveltina bruciante, bestiale: mi fa sentire come una puttana da strada. Mi aggrappo alle sue spalle e sollevo anche l’altra gamba facendomi ingroppare di brutto; per fortuna sono piccolina e lui non ha problemi a sorreggermi e a fottermi allo stesso tempo… - Hmmm… Oh, sì! Vengo… Vengo… Godo, schiacciata contro il muro. Poi lui mi sborra dentro senza porsi troppi problemi: l’altra volta ha usato il goldone, ma stavolta mi ha cavalcata a pelo e sento lo sperma che mi riempie la figa con una potenza alluvionale. Beh, tanto sono in viaggio di nozze… Finito di scoparmi, Diego mi chiede se ho notizie delle lesbiche bionde: Anja ci ...
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