1. Ancora la mia signora "perbene" 3


    Data: 25/09/2017, Categorie: Etero Autore: cuckold211, Fonte: Annunci69

    Chi non ricorda i versi del sommo poeta quando così tesseva lodi alla sua Beatrice "Tanto gentile e tanto onesta pare la donna mia, quand'ella altrui saluta...."?
    
    Allo stesso modo Liliana, la moglie di Franco, percorreva i marciapiedi della città, senza curarsi di chi si voltava a meglio osservarla nella sua "mise" di donna di classe, che mai avrebbe dato spunto a sospettare di quanta lussuria fosse capace di esprimere.
    
    Già, la lussuria!
    
    Franco aveva fatto di tutto per fargliela emergere, proprio perché sapeva bene quanta ne possedesse, latente, ma mai avrebbe immaginato quale "pozzo senza fondo" fosse.
    
    Un primo assaggio lo ebbe quando lei si presentò all'ufficio del marito e, sfrontatamente, gli mostrò un condom, pieno a metà di sperma, quale prova della sua qualità di neo-prostituta (vedi "Mia moglie? Signora perbene").
    
    La felicità di Franco, nell'immediato, fu massima, perché il "salto del fosso", compiuto dalla moglie, rappresentava per lui poter approdare in certi ambienti ove si praticava lo scambio di coppia e, conseguentemente, essere accolto fra le cosce di mogli "porche" e desiderose di cazzo, senza dover ricorrere ad espedienti e sotterfugi che, prima o poi, sarebbero venuti
    
    a galla (guarda caso, proprio quella volta, egli era appena rientrato in ufficio, dopo una magnifica avventura extraconiugale).
    
    Questa sua predilezione a voler, sempre e comunque, intingere la sua verga nell'intimità di chi gli era estranea, lo distoglieva dall'interessarsi ...
    ... alla sua donna, tanto da non percepire il pericolo di un possibile coinvolgimento sentimentale della moglie per qualche amante divenuto abituale, stante il ripetersi di incontri con le stesse persone.
    
    A tal proposito, una volta Franco ebbe a confessare il suo cruccio per non aver goduto dei piaceri che la moglie coglieva a piene mani.
    
    Tornando, quindi, alla dissolutezza cui la sua Liliana amava abbandonarsi, Franco ebbe un secondo segnale allorché, per motivi di lavoro, dové recarsi in missione a Milano e lì lo seguì la moglie.
    
    Erano giunti a destinazione la domenica e Franco sarebbe stato impegnato fino al sabato successivo, per cui era giocoforza lasciare la moglie sola, libera tutta la giornata, per poi ricongiungersi la sera.
    
    Già la sera di domenica, senza gli amici di bagordi, si sentivano come pesci fuor d'acqua, in ambiente sconosciuto, per cui, dopo cena ed una breve passeggiata, rientrarono in albergo e presero a far l'amore: nell'occasione Franco ricordò alla moglie di approfittare della sua libertà e non privarsi di cogliere qualche avventura.
    
    Quella notte Liliana sognò e... sarà stata la delusione dell'ennesimo tentativo andato a vuoto di Franco a volerla sodomizzare, o l'ulteriore invito a comportarsi da "puttana", Liliana sognò una figura che doveva essere quella del marito.
    
    Egli si voltò rivelando una fisionomia sconosciuta o, perlomeno, appartenente ad un uomo che, lì per lì, non le era possibile identificare.
    
    Quell'uomo lanciava occhiate ...
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