1. Convivenza con la Sorella


    Data: 12/10/2018, Categorie: Incesti Autore: Drako, Fonte: EroticiRacconti

    ... vita mia. Quando la vidi ingoiare lo sperma senza quasi battere ciglio il mio cazzo tornò turgido in un batter d’occhio e, trascinato dall'eccitazione, dissi – Ti voglio. Furono le uniche parole che mi uscirono dalla bocca, lei mi guardò, sorrise, mi mise le braccia intorno al collo, mi baciò dolcemente poi alzò leggermente la gamba destra e infilò il cazzo dentro la sua vagina. Fu la scopata migliore della mia vita, anche se a malapena ricordo i fatti, le emozioni non potrò mai cancellarle. Le nostre lingue si intrecciavano e ogni spinta godevamo di più entrambi, la usai a mio piacimento, era diventata la mia bambola, quando fui sul punto di venire glielo rimisi in bocca con violenza, quasi maleducatamente, ma lei, più eccitata di me se possibile, non batté ciglio e ingoiò di nuovo la mia sborra con avidità unica. Finimmo la doccia due scopate dopo quando la pelle delle dita iniziava a far le grinze per la troppa acqua e il mio amico dei paesi bassi iniziava a non dare più segni di vita. Da quel giorno in poi il sesso diventò una routine, la nostra abitudine segreta che rafforzava ancora di più il nostro rapporto. La mattina, ad esempio, lei si svegliava sempre mezz'ora prima di me, preparava la colazione e poi veniva a svegliarmi con un pompino o, nei giorni in cui era particolarmente eccitata, cavalcandomi direttamente. Quel periodo fu stupendo, passavo le giornate in università poi a studiare fino a sera, tornavo a casa, mi fumavo un cannone con lei, appena la botta ...
    ... scendeva il giusto mi tiravo via le mutande e li capiva già tutto. Voglio però raccontarvi un altro episodio, che per me è stato molto particolare. Dopo neanche un mese di questa routine avevamo sviluppato un’intimità unica, tanto che quando venne a visitarci nostro padre, mentre stavamo parlando seduti al tavolo della cucina, lei infilò la mano sotto la tovaglia e dentro i miei pantaloni, mi tirò fuori l’uccello e iniziò a segarmi, continuando la conversazione con il babbo facendo finta di nulla. La situazione era paradossale e neanche io sapevo come reagire a tutto ciò, faticavo a mantenere la conversazione ma nonostante tutto la lasciai fare finché le sborrai in mano. Si pulì le mani alla tovaglia grossolanamente e, mentre nostro padre ci raccontava della sua triste vita, si leccò le dita, ancora chiaramente sporche di sperma, mentre mi guardava con fare malizioso. Liquidammo nostro padre il più velocemente possibile e ancora prima che la porta di casa si chiudesse dietro di lui, io le avevo già infilato due dita nella figa, era fradicia. Non riuscii a resistere un attimo di più, la misi faccia alla porta, le strappai, letteralmente, le mutandine e glielo infilai dentro con foga, ero così eccitato che ci misi molto poco a riempirla. Ma questa volta volevo di più, era stata lei ad iniziare e lei ne avrebbe pagato le conseguenze. E, mentre lei ancora aveva la figa che gocciolava sperma, misi un preservativo, fatto insolito poiché dopo il primo mese di sesso lei aveva iniziato a ...