Esperienza tenera
Data: 13/10/2018,
Categorie:
Etero
Sensazioni
Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu
Da un po� di tempo a questa parte s�affacciava sempre più spesso alla porta del mio ufficio con quello sguardo spaurito, impacciata, timida e quasi a disagio per il disturbo, quantunque il permesso preso al lavoro, i bambini che aspettavano a scuola, l�auto parcheggiata perfino in divieto di sosta, erano tutti abili e validi motivi per chiedermi d�aiutarla per non fare un�ora di fila allo sportello. Quelle erano in realtà delle piccole cortesie che io volentieri le concedevo, quell�adorabile e squisita femmina, tra l�altro vedova apparentemente fragile, magra e slanciata, vestita un po� troppo giovanile per i suoi evidenti e innegabili quarantacinque anni, spesso con i jeans attillati a vita bassa, che non nascondevano nulla delle sue forme poco appariscenti accompagnate da quelle lunghe gambe ben rifinite, inoltre l�ombelico dall�aspetto occhieggiante le attribuiva un aspetto alla moda, donandole però un lineamento poco elegante e persino indirettamente e velatamente volgare.Quel lunedì il gilet dei suoi jeans s�incrociava sui piccoli seni lasciando scoperte la schiena, assieme ai fianchi e al ventre piatto, in quanto aveva acceso vistosamente i miei sensi più delle altre volte. La scollatura molto profonda mostrava due collinette appena accennate, non più grandi d�una coppa di champagne, dalla pelle delicata, quasi diafana, eppure compatte e sode. In piedi accanto a lei, infatti, appena si piegava in avanti aprendo la scollatura, io scorgevo i suoi capezzoli duri, poco ...
... pronunciati con l�areola molto delicata, poco marcata, dato che non facevo nulla per distogliere lo sguardo, neanche quando guardandomi e ricomponendosi lei mi diffondeva un sorriso allusivo e malizioso, quasi di rimprovero e di rinfaccio per quell�impertinente e tangibile sfacciata insistenza.Nei suoi gesti e nei suoi movimenti c�era sennonché la consapevolezza della voglia sfrenata dei miei sguardi, dal momento che la voce era quasi roca, incrinata da una leggera emozione e i suoi occhi più verdi e più profondi del solito, mi scrutavano a fondo con petulanza appena distoglievo lo sguardo. Io non potevo fare a meno di perdermi in quel verde assoluto, quasi un bosco di pini e glielo dissi senza smettere di fissarla. Lo splendido sorriso che lei mi restituì, fece cadere gli ultimi dubbi che ancora mi trattenevano dal farle proposte più spinte, perché nel porgerle la penna per firmare io le sfiorai con insistenza la mano, con un�evidente carezza che lei ricambiò restituendomela argutamente in modo sagace.Io la guardavo fissa negli occhi, visto che nel mio sguardo si leggeva la voglia senza ritegno d�abbracciarla, d�accarezzarla, di stringerla e di farla mia, incurante e indifferente del fatto che da un momento all�altro potesse affacciarsi chiunque sulla porta della mia stanza, giacché quando alzandosi e avanzando flessuosamente s�avvicinò per salutarmi fissandomi negli occhi senza distogliere lo sguardo, le dissi in maniera schietta quanto mi piacesse e quanto la desiderassi. Lei ...