La quiete dopo la tempesta
Data: 13/10/2018,
Categorie:
Lesbo
Autore: samarcanda, Fonte: RaccontiMilu
Ci conoscevamo da più di cinque anni ormai.Da quando, un giorno di fine settembre, la vidi entrare dalla porta di quell�enorme aula accademica. Era il primo giorno di università. Io spaurita e tesa ero già seduta, lei sorridente e con fare sicuro mi si avvicinò: �Posso?� .Fu l�inizio della grande amicizia che ci lega ancora oggi. Abbiamo imparato a conoscerci, volerci bene e stimarci. Io pacata e riflessiva, lei l�opposto: irruenta e istintiva.Un mix perfetto, grazie al quale abbiamo superato tutti gli esami, universitari e non, insieme e con ottimi risultati.Mi capiva al volo, meglio del mio ragazzo e persino di mamma.Ci divertivamo come matte insieme, nemmeno lo studio risultava pesante.Nonostante la nostra complicità mai avrei immaginato ciò che sarebbe successo qualche anno dopo.Neolaureate, due dottoresse in economia fresche fresche, viaggiavamo in auto verso Roma.L�avevo convinta a partecipare con me ai colloqui di lavoro della Ntv, la nuova compagnia di trasporti di Montezemolo che pare stesse assumendo un bel po� di giovani.Era sempre stato il mio sogno lavorare in un�impresa di trasporti.Non il suo, certo; ma, come sempre, mi ascoltava e, come spesso, mi assecondava.La vidi un po� strana in auto, vagava fra la preoccupazione e la tensione. E parlava poco. Possibile che fosse per il colloquio?Non era da lei, sempre sicura di sé e mai in ansia per nessuna prova. Gode di un�intelligenza brillante che le ha dato soddisfazioni senza mai sgobbare sui libri. C�era ...
... dell�altro, qualcosa che non andava ma non riuscivo proprio a capire di cosa si trattasse.A meno di un�ora dall�arrivo ci fermammo in un autogrill, dovevamo sgranchirci un po� le gambe.Andammo a prendere un caffè, lei guardava nel vuoto, dietro al bancone�Hey la vuoi smettere di fissare il barman?! Ok, carino ma non sei quella che aveva messo la testa a posto e il diamantino al dito?�Sapevo benissimo che il tipo non c�entrava ma dovevo fare qualcosa, era quasi depressa ormai.�Ma che barman� � fu la breve risposta.Iniziavo a preoccuparmi, non si era mai comportata così senza spiegarmi le cause. Uscimmo fuori e si accese la consueta sigaretta�Mi stai affumicando, altro che supermenager, sembreremo delle formaggette ��Sei pesante!� finalmente un sorriso�Te la cavi sempre così! E poi se è vera la leggenda che racconti, che si fuma in faccia a chi vorresti portarti a letto, devo anche iniziare a preoccuparmi� chiosai rincuorata.Ma, senza saperlo, avevo detto le parole magiche.Trasalì, mi prese per mano, di scatto, e mi portò verso i bagni dell�autogrill.-Si sente male- pensai subito -Cavolo- La seguì in una stanzetta male illuminata di due metri per due. Dedussi dal suo fare precipitoso che dovesse dar di stomaco. �Ecco lo sapevo, pargolo in vista ci toccano ospedali e shopping da prenatal ma guarda un pò tu se � Ma il mio flusso di coscienza fu interrotto, la sua impellenza era tutt�altra�Chiuse la porta alle mie spalle e, in un attimo, mi folgorò con un bacio.Durò poco, si scostò con ...