La quiete dopo la tempesta
Data: 13/10/2018,
Categorie:
Lesbo
Autore: samarcanda, Fonte: RaccontiMilu
... dolcezza e rimase a guardarmi con un�espressione impaurita e colpevole. Come un bimbo che ha appena distrutto un vaso di cristallo a casa di una lontana zia. Io ero impietrita; occhi sbarrati, sopracciglia aggrottate, bocca semiaperta. Allibita. Mai stata omofoba, mai avrei immaginato però di baciare una donna.�Ti faccio quest�effetto?� esordì lei �è tutto ok o sei a rischio inf��Non la lasciai finire, ero già su di lei per ricambiare quel bacio che, per mancanza di prontezza, non ero riuscita a gustarmi.Rimanemmo avvinghiate per un bel po�, le nostre bocche si assaporavano, si rincorrevano, si piacevano.Cominciai a sentire un brivido nel basso ventre. Mi allontanai di poco:�Non avresti potuto scegliere cornice più romantica.� La punzecchiai sarcastica�Da quando t�importa della cornice? ��Da quando ci provi�Rise e ci riavvicinammo.Ora erano più voluttuosi e pretenziosi i baci che ci scambiavamo. Iniziai ad accarezzarla sotto il toppino, mai avrei immaginato che il suo corpo, nonostante la pancetta, potesse apparirmi così sexy e desiderabile. La sentivo ribollire al mio tocco, mi sbottonò la camicetta ed iniziò a baciarmi sul collo. Mi piaceva da impazzire.Scesi con le mani, percorrendo le sue cosce liscissime fino alla sommità, fino ai suoi slip.Sussultò mordicchiandomi la spalla. Ormai i vestiti erano solo da intralcio.La spogliai, lasciandola in perizoma e reggiseno. Fece lo stesso con me prima di baciarmi di nuovo. Le cinsi il collo con le braccia poi scesi con le mani ...
... fino alla chiusura del reggiseno. Lo sfilai e iniziai a scendere anche con la bocca.Le accarezzai il seno e i capezzoli, ormai ritti per l�eccitazione. Uno alla volta, li baciai, li succhiai mentre con una mano percorrevo il suo interno coscia. Trasudavamo voglia l�una dell�altra ma volevo farmi proprio desiderare e lei, come al solito, era impaziente.Continuai così per un po� finchè mi prese la mano e la portò alle porte del suo piacere.Stetti al gioco ma a modo mio: le stimolavo il clitoride, disegnavo cerchi concentrici intorno alle grandi labbra; era gonfia di eccitazione e bagnata, sempre di più. Anch�io stavo impazzendo.Lo spettacolo di lei eccitata e vibrante mi faceva letteralmente perdere la testa. La volevo. E poi il suo odore era buonissimo.Quando mi sussurrò, tenendomi un orecchio fra le labbra, con voce vellutata e graffiante:�Ti voglio. Che aspetti a farmi tua? Voglio sentirti dentro di me� mi vinse completamente.Le infilai due dita nell�incavo bagnato ed incandescente. Feci scorrere le mie dita dentro di lei dapprima molto lentamente poi aumentando sempre più il ritmo mentre con il pollice continuavo a carezzarle il clitoride.Me l�ero giocata bene, a giudicare dalla rapidità e dall�intensità con cui venne: un unico violentissimo spasmo.Non gridò, nel godere mi morse fra il collo e la spalla fin quasi a farmi sanguinare.Dovetti far ricorso a tutta la mia forza di volontà per non urlare dal dolore.Volle tatuarmi il suo piacere addosso.Tolsi, furente per il dolore, ...