La mia storia con lui - Capitolo 2
Data: 15/10/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Aramis
... potuto vederci durante il giorno ed usavamo quel vantaggio per prendere strade diverse. In classe i posti erano ora sistemati stile pallavolo con le squadre che si affrontano con l’insegnante che camminava in mezzo. Dannazione, eravamo esattamente uno di fronte all’altro! Tuttavia i nostri occhi guardavano in basso, non di incontrarono mai, sapevo che lui gettava rapidi sguardi verso di me. Io facevo lo stesso, ma con più tristezza. La fortuna volle che un giorno il nostro insegnante chiese di metterci in coppia con quelli che ci stavano di fronte per un progetto. Questo voleva dire Ben. Lui si alzò, era vestito di un blu rigato e camicia bianca che accentuavano la sua forma ben cesellata, mi faceva impazzire. Io sorrisi. I nostri occhi si incontrarono per la prima volta dopo quella sera. Poi, tutto quello che era accaduto, tutte le apprensioni passate, le lacrime non necessarie, tutto fu perdonato. Stavamo ricominciando. Lui ancora una volta era il mio amico. E questa volta l’avrei tenuto. Cominciammo il lavoro, poi ci fu il momento in cui, con voce sommessa, Ben chiese: “Vuoi venire a casa mia dopo la scuola? Io ho bisogno di aiuto per il prossimo compito.” Con mia sorpresa mi trovai a rispondere: “È facile, Ben. Tutto quello che devi fare è leggerlo bene.” “Bene” Disse: “Ma realmente, ragazzo, devi venire. Ho il nuovo album di Alanis.” Wow. Shock. Come diavolo faceva a sapere che adoravo Alanis?: “Dannazione sì, baby, verrò sicuramente, ci sarò alle tre e venti; devo ...
... anche andare per quella lezione di orchestra che ho perso.” Scherzai. Ben dopo la scuola andava all’allenamento col resto della squadra di calcio. Facendolo otteneva che il suo corpo da Adone di un bel velo di sano sudore di ragazzo. Indossava i suoi pantaloncini, ovvero, quei meravigliosi pantaloncini blu che non lasciavano niente all’immaginazione. Mentre stavo guardando il gruppo dei fumatori al confine della scuola, Ben si avvicinò rumorosamente: “Non voglio, Sergio… scoparti! Lasciami in pace!” Mi voltai rapidamente. Là lui era, vestito dei famosi pantaloncini blu, perseguitato da Sergio, il suo migliore amico. Ben mi sorpassò. Io lo chiamai: “Oh merda Michele, ragazzo mi spiace, mi sono dimenticato….” Lo seguii alla sua macchina e aspettai che aprisse la mia portiera. Lui era visibilmente sconvolto. “Tutto ok?” “Sì, non era nulla, solo Sergio… Oh non fa niente.” Fu un altro tragitto silenzioso. Questa volta era Ben che stava guidando e poi c’era quell’aroma delizioso della pelle di Ben, che fluiva dal suo sudore raffreddato. Arrivati dopo cinque minuti a casa sua, non potevo fare a meno di fare un “O” perfetto con la bocca. La sua casa era meravigliosamente enorme! L’ingresso era più grande di tutta la mia casa, per non parlare del resto incluso il bagno. Parcheggiammo i nostri corpi leggermente raffreddati nella sua calda e comoda cucina. “Vuoi qualche cosa da mangiare?” Chiese frugando nel frigorifero: “Abbiamo avanzi del cibo indiano della sera scorsa, oh, ed alcuni ...