1. La mia storia con lui - Capitolo 2


    Data: 15/10/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: Aramis

    ... cioccolatini per dolce.” “Prenderò solo alcuni cioccolatini, Ben.” “Tartufi o altro?” Cosa diavolo? Andai verso il soggiorno notando il bel divano di cuoio e cominciai a guardare la sua raccolta di CD. “Hey…come diavolo hanno fatto i tuoi genitori a diventare così ricchi?” Un discutibile: “umm…niente …”“ seguì. “I cioccolatini sono sul bar, vuoi qualche da bere?” Leggermente irritato sbottai: “Perché diavolo ti infastidisce se chiedo?” Visibilmente offeso, lui emise un: “Suppongo che sarà acqua” e poi rimase silenzioso. Ma ero disorientato e ribattei piano. Per qualche ragione, lui aveva conosciuto tutte le mie debolezze segrete che non avevo mai rivelato a nessuno: cioccolatini, cibo indiano, Mozart, Shakira sulla sua mensola dei CD. Mi sentivo un po’ invaso: “Cosa sei, Ben, un genere di psicologo?” e ricordando poi una lezione di spagnolo appena seguita chiesi: “predices el futuro tambíen?” Il suo sorriso fece sorridere anche me. E con i cioccolatini per tutti e due, prese posto sul divano vicino a me. “Michele, c’è una cosa di cui ti volevo parlarti da tempo…” “Uh… uh, cosa?” Risposi masticando una deliziosa nocciola del tartufo, senza sapere cosa stava per succedere. “Io ti voglio.” Gulp. Un po’ di dolce cioccolato sciolto mi rimase in bocca. Nervosamente e con una furia di parole, lui disse: “Stavo tentando solo di farti felice. Ho letto il tuo profilo in internet. Io ti voglio, Michele, è così semplice. Il mio corpo e la mia mente soffrono per te. Io mi agito nel ...
    ... sonno chiamando il tuo nome. Dannazione, mi masturbo pensando te. Non mi era mai successo prima. Infatti è una tale fottuta sensazione ed esperienza che sta facendomi impazzire. Esploderò.” “Sì, esploderai, Ben, ma nella mia bocca.” Presi l’iniziativa e lo baciai. Prendemmo posizione sul divano. Tartufi e CD caddero rumorosamente sul pavimento, ignorati, mentre noi due esploravamo l’uno la bocca dell’altro. I baci divennero appassionatamente intensi ed in breve stavamo emettendo bassi rumori di estasi. “… dammi il tuo cazzo, Ben…” Ma quel desiderio non si sarebbe ancora avverato, si mise su di me a gambe divaricate sul divano e fece avverare un altro desiderio. Io ero perso nei suoi occhi mentre si toglieva allegramente la camicia, tormentosamente lentamente, facendo una pausa ad ogni bottone con un sorriso ed un ammicco. Io lo aiutai a far scivolare la stoffa sul suo corpo e cominciai a slacciargli la cintura. “No, non ancora, verrà il tuo turno.” Mi misi a sedere e presi il suo capezzolo sinistro nella mia bocca. Oh, era così dannatamente delizioso! I ricordi di quella prima notte mi riempirono il cervello. Assaggiare e leccare via i resti del sudore da Ben era un sogno. Mi alzai e gli leccai il collo, morsi allegramente il suo lobo ed ancora una volta ripresi la mia ardente esplorazione della sua bocca. Mentre lo facevo gli slacciai la cintura e sbottonai il primo bottone dei pantaloni. “Mi sembrava di averti detto di aspettare.” Disse: “Io non ho mai avuto la possibilità di ...