1. GRAN BEL PASTICCIO -p4-


    Data: 16/10/2018, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: coregone

    Brrr che freddo!non era più solo un brivido che mi attraversava la schiena. Mi trovavo in un luogo buio e freddo. Attorno a me era ingombro di oggetti che gli occhi non distinguevano ed il tatto mi rimandava degli oggetti tondi un poco viscidi e allungati. Forse pesci! Forse pesci?. Un frigo!! Cazzo mi trovavo in una cella frigo. Si, l'odore pungente, ora capivo: mi avevano chiuso in una piccola cella frigo. Uno spiraglio di luce filtrava dall'angolo alto a destra e dei suoni che ancora non distinguevo, in lontananza mi indicavano che non ero solo.Passarono attimi di confusione, non riuscivo a comprendere, non avevo ancora inquadrato in quale pasticcio fossi finito. Poi ecco che il ricordo di Giulia cominciò a rimescolarsi a quel buio e feci il punto della situazione.Acidenti, ed ora?Mi salì una sensazione di panico al cervello e ora si che avevo un brivido freddo lungo la schiena. La paura cominciò ad impossessarsi di me e la voce fluiva incontrollata dalla mia bocca.- Cazzo Cazzo, TIRATEMI FUORI DA STO BUCO. BASTARDI! FATEMI USCIRE!!!La fuori, se mi sentivano, di me non importava a nessuno.Dopo qualche minuto, in cui l'unica cosa che sentivo era la mia voce, mi zittii. Cominciai a capire che la situazione era più grave di quanto potessi immaginare. Se rimanevo li dentro ancora probabilmente sarei morto assiderato.Cercai di mettermi in una posizione tale da poter forzare la porta, ma niente da fare. Il gancio che la serrava era bel saldo. allora cominciai ad ammassare ...
    ... dietro di me le casse di pesci e puntandomi con la schiena spingevo più forte che potevo contro il portello. Si spostavano le casse e la porta... nulla.Ritornai ad agitarmi con gesti inconvulsi e a gridare a squaciagola. Incianpai e finii a terra investito da una cassa di pesci. Nel buio pesto cercai di togliermi di dosso tutti quei pesci e nel frugare la mia mano si posò su qualcosa di più freddo. Metallo. Curvo, c'è una maniglia. Forse un leverino, un uncino. Lo afferrai, lo tastai per capire se potevo utilizzarlo in qualche modo. SIII! Era forse una leva per sollevare le cataste di casse pesanti per facilitarne la presa con i carrelli. puntai il gancio verso la fessura in alto a destra e comincia a spingere. Nulla. La fessura si era leggermente allargata me la porta era ancora li; chiusa.Altri tentativi. Poi lo sconforto si impossesso di me.Mi sedetti e nel silenzio cominciai a distinguere alcune voci. Non capivo ciò che dicevano ma il timbro di quell' omone era inconfondibile. Poi alcuni lamenti ed urla soffocate e pensai che potessero errere di Giulia.-Cazzo la tengono in ostaggio. Che minchia vogliono sti bastardi.- I miei pensieri balenavano nel cervello e intanto cercavo di carpire qualche parola.Pensavo alla situazione creatasi nel bar. Non erano soldi che volevano. Certo. Quel Figlio di P.....a Si era invaghito di Giulia. Era sesso. Ecco quello che voleva.-Merda, sono spacciato- pensai - farò la fine di sti merluzzi- e quasi mi venne da ridere.Intanto mi sorpresi a ...
«123»