La passione che travolge
Data: 17/10/2018,
Categorie:
Etero
Sensazioni
Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu
�Eccoci, molto bene, adesso decidi tu, oramai sei dei nostri� - così mi disse la responsabile del servizio annunciandomi nel mio primo giorno di lavoro. Un lavoro desolato, incolore e squallido, senza orari, talvolta gramo, infelice e triste, però concreto, positivo e utile molte altre volte ancora. Io avevo soltanto ventitré anni, il servizio militare era terminato e avevo tanto bisogno d�un lavoro, così decisi di mettere in pratica ciò che avevo appreso in dodici mesi passati all�ospedale militare come infermiere.Salii su quell�ambulanza e subito la prima cosa che mi colpì fu la luminosità insolita di quel piccolo spazio, su cui molte persone avevano perso la vita o passato i loro ultimi istanti. Io ero talmente assorbito e concentrato in questi alterati e distorti pensieri, che non m�accorsi del caposervizio che mi chiamava, poiché mi poggiò una mano sulla spalla dicendomi che afferrava e che comprendeva molto bene a che cosa stessi pensando, eppure che su quell�ambulanza molte persone avevano trovato aiuto, assistenza e persino la salvezza.La sua voce era fiduciosa, suadente e tranquilla, così mi misi a sedere mentre Filippa, il caposervizio, mi spiegava dove fossero le varie attrezzature. Era un fresco lunedì di gennaio, per molti freddo, ma non per me: Filippa parlava, ma io non ascoltavo, giacché sentivo soltanto, vedevo le sue mani muoversi e il suo volto reso luminoso dalla luce bianca che entrava dai grandi finestrini sui lati del mezzo. Lei era in uniforme, la ...
... classica da soccorritore arancione con la scritta 118 e la sua qualifica, quella tuta in realtà le stava un po� stretta, dato che non era magrissima, anzi, un po� in carne, però che cosa importava, in fondo io ero lì per lavorare.Quando la mia mente finì di fantasticare e di vagare nei suoi infiniti meandri, Filippa aveva terminato la spiegazione, ma io non avevo capito nulla, tuttavia annuii sempre, nonostante fossi consapevole del fatto che in caso di necessità non avrei nemmeno saputo da che parte girarmi. In questo modo ci mettemmo comodi in una piazza della città vicino al centro, ad attendere una chiamata dalla sede per un intervento. Poco distante c�era un bar, a tal punto l�autista scese per andare a bere un caffè che io speravo fosse lungo, molto lungo. Appena sceso, mentre stavo per pronunciare qualcosa verso Filippa, lei scese e salì dietro con me chiedendomi se avessi veramente capito oppure no, anche perché mi disse che invece di guardare dove lei m�indicava, io le avevo osservato con insistenza il seno.L�episodio divertente era che non mi ero neppure accorto, sì, soltanto uno sguardo fuggevole, però nulla di più, comunque lei non era infastidita, anzi, sembrava una gatta che sta per saltare sulla preda, una magnifica e splendida gatta. Le chiesi se avesse un ragazzo, tuttavia lei mi rispose tagliando corto, che certe cose è più piacevole non saperle, s�alzò allora dalla sedia, chiuse le tendine del mezzo assicurandosi di chiudere il portellone con la ...