La bella vita
Data: 19/10/2018,
Categorie:
Etero
Autore: La Milano da bere
... c'è, il sedere anche ma quasi mai ostentato dal suo look poco appariscente�che non scade nella sciatteria. Parliamo. Di lavoro, del tempo, di Monica, del professore di filosofia e storia. Pare sia impazzito, ma conveniamo entrambi che già un po' matto era. Ridiamo. Le prime due bottiglie volano.�"Ho scaricato un po' di musica nuova". Siamo già nel suo soggiorno. Canta, anzi parla, Jovanotti.�Il ritmo�è accattivante. "Come si chiama?", faccio. "La bella vita". Annoto mentalmente. "E allora? - continuo - come mai mi hai chiamato stasera?". Noto imbarazzo. "Eh, niente. Insomma, non so...". Rido. "Cosa non sai?". "Non so, come dire. Avrei voluto... non so". "Puoi comprare una vocale", ride anche stavolta ma è visibilmente nervosa. "Da quanto ci conosciamo?", chiede conoscendo benissimo la risposta. "Insomma so che di te posso fidarmi. Sei un amico, quasi un fratello, diciamo un cugino". "Allora dimmi cugina". "Vorrei proporti, vorrei...ti va di passare una serata di sesso con me?".�Ora capisco l'imbarazzo. Divento rosso anch'io. Così, di colpo. "Non sto con nessuno adesso - mi dice - so che tu sei impegnato ma non dovresti considerarlo un tradimento. Aiuteresti un'amica. Sai cosa vorrei? Vorrei godere per una sera senza farmi tanti problemi, nè durante nè dopo. Non voglio strascichi e conseguenze. Altrimenti sarei andata a rimorchiarmene uno in un pub".�Come si risponde a queste domande? Ci si può alzare e dire: "No, non è il caso, è ...
... meglio che vada". Oppure ci si può alzare, andare incontra ad Elena e dire: "Spogliami".La scena che si presenta ai nostri occhi è comica. Lei tenta di sciogliere i lacci delle mie scarpe annodate a doppio nodo. Io provo a sfilarle la felpa ma la testa si incastra. Non vede più niente, figuriamoci i nodi.��Ridiamo e tanto. Questo mi piace di me ed Elena: ci divertiamo quando siamo insieme, sempre. Penso io a togliermi le scarpe, pensa lei a liberarsi della felpa. E, sorpresa, niente reggiseno mi si presentano le sue tettine, una seconda piena, chiare, l'areola larga e i capezzoli ritti, rosa acceso. Tolgo il maglione ma della camicia si occupa lei.Bottone dopo bottone mi spoglia. Il mio sguardo vaga tra i suoi occhi e il suo seno. "Mai visto prima?". "No, ma meglio tardi che mai". Le sue mani sulla mia cintura, le mie sui fianchi. Ci sfiliamo a vicenda i pantaloni, sempre un po' impacciati. Entrambi in mutande. Le mie blu, come al solito, lei ha una coulotte prugna.�"Regole di ingaggio?", chiedo per stemperare l'emozione. "Possiamo fare tutto, ma diciamoci quali sono le nostre voglie. Insomma avvertiamoci"."Ti abbasso gli slip" e ride, ride ancora, stavolta meno nervosa. "Anche io". E ci ritroviamo nudi a guardarci i sessi. "Vorrei toccarmi per te, vorrei che ti toccassi per me".Ci sediamo agli estremi del suo divano ad elle. Ci separano due metri. Ci unisce lo sguardo e i movimenti. Apriamo entrambi le gambe per non dare ostacolo alla vista, lisciamo i nostri sessi. La mia ...