1. Il regalo della schiava


    Data: 26/10/2018, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: CagnaGolosa, Fonte: Annunci69

    “domani sera dalle 21, a casa mia, cagna. Sarai il regalo per la mia schiava. Stivali e calze, cagna.”
    
    Il MIO PADRONE scrive a questa cagna quando ha bisogno, quando ha voglia, quando decide. Questa cagna obbedisce.
    
    Ma sono via, oramai è tardi per procurarsi vestiti e scarpe.
    
    “certo, MIO SIGNORE. Questa cagna è già via e sarà fuori questa notte; non ha gli stivali e le calze. Cosa desidera che questa cagna faccia, MIO SIGNORE?”
    
    Tremo
    
    “va bene. Vieni come sei, cagna”
    
    “Sì, MIO SIGNORE. Grazie”.
    
    Torno dal viaggio di lavoro e ho fretta. Potrei passare al Centro Commerciale e comprare almeno delle auto-reggenti a rete, da Calzedonia. Con le cavigliere rosse staranno bene - penso - mentre mi affretto a entrare nel negozio.
    
    Son al telefono, un collega, indico alla commessa le calze, pago, esco.
    
    Vado in bagno e mi spoglio.
    
    Le calzo, a piedi nudi sul freddo grès e spero che LUI sarà contento.
    
    È il primo incontro con la padrona - la SUA schiava fissa - e sono molto emozionata.
    
    Arrivare, mandare un sms di avviso, essere accolta alla porta e fatta accomodare in casa. Mi presenta alla padrona - la SUA schiavaamante - che si è appena alzata dal letto e mi guarda, dall’alto di vertiginosi tacchi trasparenti.
    
    Sono bellissimi.
    
    Lei, soprattutto, è molto bella. Guardo i capelli biondi raccolti sulla nuca, il sorriso semplice e il corpo asciutto, sodo, molto ben proporzionato. Non sarò mai una schiava così bella, così femminile, nemmeno con indosso quei ...
    ... tacchi e quella semplice vestaglia dai colori floreali.
    
    Abbasso lo sguardo e saluto.
    
    “Vatti a preparare cagna, il bagno è di là”.
    
    Mi spoglio e subito rientro. Mi avvicino al letto e resto in piedi, in attesa di ordini.
    
    "Mettiti su letto, il culo di fuori, la testa di là"
    
    Intravedo appena la padrona dietro di me che arriva il primo colpo. E poi ancora un altro e poi tanti altri. Colpi decisi che più di una volta mi strappano un sospiro forzato o un suono più forte ma che non sono mai troppo forti: è una padrona buona, forse mi sta solo insegnando quale è il mio posto in casa. Credo di capire che cambi più di una volta frusta, il MIO SIGNORE le insegna a non colpire sempre nello stesso posto, sento un po’ di bruciore, chiudo gli occhi, conto i colpi, arrivo fino 5, a 10, a 18, a 28...
    
    “vieni giù e leccale i piedi, cagna” mi ordina LUI e io mi inginocchio e inizio a darmi da fare, mi concentro sulle punte, non uso le mani - non mi ha ordinato di usare le mani ma solo di leccarli come farebbe una cagna - che tengo ferme, e cerco di tenere il culo ben alto, alla vista di LUI sperando che GLI piaccia ciò che vede e restando concentrata, passando da un lato all’altro del piede e cambiando piede.
    
    Spostandomi lo vedo, il MIO SIGNORE, ed è a cazzo dritto. Questa scena lo eccita, penso, e ne sono felice.
    
    “sali… sali lungo le cosce, cagna”
    
    Mi muovo sinuosamente, da un lato all’altro, alterno i colpi tra le due gambe, spero che alla padrona piaccia, non riesco a ...
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