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Sei parte di me 3
Data: 30/10/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: valentinopiccolino
... chiamava Roberto e che mi aveva sempre visto negli allenamenti. Mi disse che ero carino. Poi, senza dire niente, avvicinò una mano sulla mia guancia e, piano piano, mi baciò. Poi si abbassò e mi baciò il collo. Si inginocchiò infine e si mise il mio pene di quattordici centimetri, ormai cresciuto, in bocca. Andò avanti per tanto. Il mio pene non riuscì nemmeno ad alzarsi. In realtà non mi piaceva. Però ormai lo stavo facendo e mi sembrava brutto smettere. Erano passati dieci minuti e ancora mi trovavo con un uomo più maturo chinato sotto di me con il mio pene molle tra le labbra. Non intendeva staccarsi. Così lo feci alzare e mi inginocchiai al suo posto. Presi in bocca un pene di 6 centimetri, tutto peloso e già duro, nonostante non lo avessi ancora toccato. Mentre facevo avanti e indietro con la bocca, era impossibile non trovarmi almeno un suo pelo brizzolato in bocca. Venne subito. Lo feci venire due volte. Poi lo salutai e me ne andai, forse anche bruscamente. Mi resi conto che forse qualcosa era cambiato in me. Non provavo per nulla piacere. Mentre mi cambiavo mi guardai e mi venne in mente di come tempo prima mi divertivo e godevo un sacco con Lorenzo. Non c’era paragone. Dopo un paio di giorni tornai in palestra. Per fortuna non ritrovai lo stesso uomo, ma la maggior parte degli uomini e dei ragazzi che erano presenti mi salutavano. Fino alla settimana prima nessuno lo faceva. Io non conoscevo nessuno di loro. Però ora tutti mi conoscevano e mi salutavano. Non ...
... capivo perché. Dopo una mezz’oretta di allenamento vidi entrare Roberto. Mi fece di nuovo l’occhiolino. Era stato lui. Mi aveva rovinato. Aveva sparso la voce in giro di quello che avevamo fatto. Ora tutti mi vedevano come il pompinaro gay. E per di più mi trovavo in una palestra composta per la maggior parte da persone omosessuali che mi volevano portare a letto facendo i brillanti. Tutti mi salutavano e mi sorridevano. Tutti volevano la stessa cosa da me. Io mi sentivo malissimo. Mi sentivo osservato. Feci il mio allenamento più in fretta del solito. Nelle docce c’erano una decina di persone tutte nude, tra vecchi e giovani. Tutti erano tranquilli, chiacchieravano e ridevano. Io mi ero chiuso nella mia doccia e, quando ero uscito tutti mi stavano guardando. Me ne andai. Non sapevo se voler tornare più. Però mi ricordai che io non potevo rinunciare a una cosa che mi faceva stare bene per colpa di altri. Così ritornai dopo una settimana e decisi di fregarmene. Feci il mio allenamento come al solito. Non feci caso agli altri. Andai nelle docce. Fuori dalle docce c’era un corridoio molto stretto dove appendere l’accappatoio. Io stavo appendendo il mio e sentii dietro di me qualcosa che mi aveva sfiorato il sedere. Mi girai. Era un ragazzo di colore che stava passando e, accidentalmente, mi aveva toccato con il suo enorme membro. Avevo già notato quel ragazzo. Era la prima volta che veniva in palestra e io ho sempre avuto una passione per i neri. Avrà avuto uno o due anni più ...