Non era previsto Cap. 21 La prima volta
Data: 09/11/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Vicx
Arrivammo alla mia macchina poco più tardi, scesi in silenzio, e con il morale sotto i tacchi. Mentre aprivo la portiera mi girai e non vidi Anna. “Cosa fai ancora lì, dai andiamo” le dissi. “No Stefano vai tu, io rimango ancora un po’ con Daniele, dobbiamo…. Parlare, non credi?” La supplicai di scendere di tornare a casa con me. Ma lei fu dolce e glaciale “Aspettami sveglio se vuoi amore cornuto, cercherò di non fare tardi, pensami se vuoi, o pensa a lui, pensa a noi…, il dildo blu è nel cassetto, se ne avrai bisogno, io per adesso posso farne a meno, vero Daniele?” Avrei voluto piangere, urlare, ma non lo feci. Li guardai sorridere, e pensai a quanto ero stato stupido a gettarla tra le sue braccia. Mentre tornavo verso la mia macchina sentii lei avvertirmi “Se avrai voglia di me quando torno, sappi che terrò tutto per te, tutto… voglio farti vedere che in fondo avevi ragione, voglio che Daniele mi sodomizzi senza pietà questa notte, voglio che lo faccia per ore, voglio che me lo riempia, non ne farò uscire una goccia, a costo di farmelo chiudere. Sarà tutto tuo, potrai mangiarlo come hai dimostrato di volere, in attesa che lui faccia lo stesso con te, perché è questo che vuoi vero?”. No, non era vero, era solo stato un gioco perverso al quale mi ero piegato, inseguendo una fantasia che prevedesse lei sempre vicino a me. E’ vero, lo avrei fatto, ma per lei, ogni cosa avrei fatto per lei, ma adesso era diverso. Avrei sopportato tutto, sapendo di essere sempre il suo ...
... riferimento, lo ero sempre stato ma ora non mi sentivo più tale. Stranamente però questo stato di sofferenza totale era fonte di piacere per la mia mente. Una sorta di sublimazione del piacere, immaginai lei tornare a casa… venire verso di me…. E dopo avermi fatto sdraiare, mostrarmi il suo culo, chiuso con un plug anale. Una volta aperto, e constatato il cratere che era diventato il suo buco, avrebbe iniziato a gorgogliare, lasciando scivolare lo sperma del toro, che sarebbe finito direttamente sul mio viso, imbrattandolo completamente, lo avrei leccato quel culo rotto, l’avrei insultata chiamandola puttana… e avrei affondato la mia mano all’interno nel tentativo di svuotarla dal ricordo di quel cazzo. Così rimasi solo nel parcheggio del ristorante, in preda ad una forte eccitazione che faticavo a contenere. Mi ritrovai all’improvviso attorniato da tre o quattro persone che faticai a riconoscere, erano i tipi del car sex, che mi avevano seguito. Si presentarono alla macchina e mi obbligarono a scendere, mi fecero salire nella loro e sotto la minaccia di un coltello fui costretto ad accontentare le loro voglie. “Non ci hai fatto scopare la tua puttana, e ora noi scoperemo te”. Sembravano impazziti, e nel sedile posteriore iniziarono a tirare fuori le loro verghe. “Fermi ragazzi, io non sono gay, non l’ho mai fatto”. Ero pericolosamente in trappola, e avvertivo i primi crampi di paura, ma allo stesso tempo, il cazzo che minaccioso si avvicinava al mio viso, mi affascinava, mi ...