1. Ciao belle tettine. parte 2: una promessa È una promessa


    Data: 09/11/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: Capezzolone

    ... “Mi sa che uno di questi giorni ti scopo a pecorella” mi sussurra nell’orecchio mentre intanto si mena il cazzo duro. Ho un brivido di terrore.
    
    “C’hai ancora voglia?” sussurra lui.
    
    “Ora no! “ scuoto la testa io, che –beata gioventù- sono già venuto due volte in meno di mezz’ora.
    
    “Tranquillo. Tra un po’ ti faccio rivenì voglia io”
    
    Mi prende entrambi i capezzoli tra pollice e indice e inizia a pizzicarli e tormentarli. Poi mi sdraia sul divano e in un attimo mi è sopra, mi bacia sul collo, poi scende sul petto e ricomincia a lavorarmi le tettine. Continua a leccare, ciucciare e mordicchiare finché il desiderio non si riaccende nel basso ventre e il pisello mi torna di nuovo barzotto.
    
    “Belle tettine, me la fai una spagnola?” fa il Signor Gino, prendendomi con disinvoltura una tetta in mano.
    
    “Come?” chiedo io interdetto. So cos’è. L’ho vista fare nei giornaletti porno, ma non saprei esattamente come si fa “Non sono capace” mi schermisco timido.
    
    “Tranquillo, mettiti in ginocchio che faccio tutto io”.
    
    Obbedisco. Si scopre la cappella del pisellone duro e me la appoggia deciso in mezzo alle tettine, me le prende, le solleva e se le stringe attorno al cazzo. Poi inizia a stantuffarcelo in mezzo con colpi di bacino come se mi volesse scopare in mezzo al petto.
    
    “Ah sì! Così!”
    
    Essere usato in quel modo mi eccita. Così me le prendo in mano e cerco di continuare io a stringermele e segargli il cazzo.
    
    “Ecco, bravo. Hai capito! Così! Fammi godere”
    
    Riesco ...
    ... a sentire l’odore del suo membro, la punta leggermente umida contro il mio petto. Quando sembra più compiaciuto si stacca.
    
    “Vuoi dargli un bacino?” fa sorridendo e tenendoselo in mano.
    
    Resto immobile, sono di nuovo eccitatissimo, ma qualcosa mi porta a ritrarmi.
    
    Lui ridacchia, si china e mi bacia in bocca. È un emozione forte sentire la sua bocca barbuta, il suo linguone che entra a giocare con il mio. È un bacio quasi brutale come se volesse succhiarmi via la vita dalla gola.
    
    “Lo fa Lei a me?” replico io estasiato, accarezzandogli una poppa.
    
    “Io?” fa ridendo “Ma no! Ho troppi peli, ti fai male”
    
    Ma a me non importa. Lo sospingo sul divano, lui si siede. Io gli accosto il pisellino al petto, ce lo strofino, lo faccio giocare con la punta dei suoi capezzoloni. Stringo tra le mani i suoi seni villosi, ce lo infilo in mezzo e inizio a dimenarlo.
    
    Ah sì! In effetti il suo petto è ruvido e mi brucia un po’ la cappella, ma sono talmente eccitato che quasi non me accorgo.
    
    “Comunque, dopo che mi hai sborrato addosso, è il caso che mi dai del tu. Puoi chiamarmi Zio Gino”
    
    “Sì, zio! Dammi le sise!”
    
    Pensare di scopare con mio zio mi eccita talmente tanto che sborro di getto per la terza volta in mezzo a quella selva calda e villosa.
    
    “Ora devi far venire me, però!” mi fa lui.
    
    Io mi siedo di nuovo sulle sue ginocchia, mi chino a ciucciargli un capezzolone, poi l’altro. E mentre lecco gli afferro il cazzo, ritto a novanta gradi, e gli sparo un segone come ...