1. Un tranquillo week-end di scopate


    Data: 13/11/2018, Categorie: Incesti Autore: mimma_goose

    ... era poi questa gran cosa. Camminando fianco a fianco, ci addentrammo per il sentiero. Era ben tenuto e, anche se non avevo scarponcini adatti per camminare nei boschi, era facile da percorrere. Dopo pochi minuti iniziai a sentire il rumore della cascata, che non era affatto tonante. Era un piacevole mormorio che ben si legava con i rumori del bosco. Il bosco si aprì e ci ritrovammo all'interno di una radura, ampia un centinaio di metri, e sul fondo la cascata. Era alta all'incirca tre metri e, come avevo pensato, la portata d'acqua era molto ridotta. — Ma non è affatto tonante! — mi lamentai. Andrea si mise a ridacchiare. — Sarà colpa del riscaldamento globale. — Sì, sì, diamogli la colpa di tutto… Magari hanno deviato parte dell'alveo, o magari un castoro ci ha costruito una diga, se ne esistono ancora, e chissà quante altre ragioni… — Se lo dici tu… Magari possiamo trovare un sentiero che va su, se sei così curiosa — mi tentò lui. — Nah, non ho le scarpe adatte per arrampicarmi. Andrea guardò i miei piedi. — E perché diamine ti sei messa quei sandali e non un paio di scarpe da ginnastica? Lo sapevi che saremmo venuti in montagna. — Senti un po'… io volevo starmene in albergo — gli risposi decisa. — Non ho portato vestiti per scalare una montagna. — Ehi, ehi, non arrabbiarti. Era solo un'idea. Possiamo anche starcene qui a non fare niente — disse Andrea sollevando le mani in segno di arresa. — Uhm… — e borbottai qualcos'altro senza senso. Era un posto incantevole. Se ...
    ... guardavi in alto, si aveva l'impressione di guardare il cielo terso attraverso un cannocchiale. — È meraviglioso… — sussurrai, con lo sguardo rivolto al cielo. — Già proprio così… — rispose lui con voce roca. Abbassai lo sguardo verso di lui e notai che mi stava fissando intensamente. — Che c'è? — chiesi io. — Niente, niente, solo un pensiero — disse lui, non del tutto convincente. Volli avvicinarmi alla cascata, ma misi male un piede e mi ritrovai a fare un bagno imprevisto. La pozza d'acqua alla base della cascata non era profonda, mi arrivava soltanto a mezza coscia, ma mi ritrovai lo stesso completamente fradicia. Andrea scoppiò a ridere. — Non è divertente! — urlai io. — Ed è pure freddissima. — Vieni, ti aiuto a risalire — rispose trattenendo una risata. Quando anche lui si avvicinò, fece la mia stessa fine, anche se si bagnò meno di me. E questa volta fui io a ridere. — Cazzo… il cellulare — imprecò Andrea, cercando svelto di togliere il telefono dalla tasca dei pantaloni per evitare di danneggiarlo ulteriormente. Insieme cercammo di uscire dall'acqua e ce la facemmo piuttosto a fatica. Le pietre sul fondo e quelle che circondavano il laghetto era scivolose a causa di alghe e muschi. Tremavo di freddo. — Vieni, mettiamoci al sole. Ti scalderai più facilmente. Ci spostammo in un punto, a qualche metro di distanza, dove il sole batteva forte. Ci sedemmo sull'erba. Mi levai i sandali e anche lui si tolse le scarpe da ginnastica che portava. — Cavolo… Ormai sono rovinati! — ...
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