Il fruttivendolo
Data: 14/11/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: tanganica
A causa delle difficoltà economiche della mia famiglia, finita la scuola media fui costretto a cercarmi un lavora per portare qualche soldo a casa. I miei mi fecero assumere come garzone in un negozio di frutta e verdura, i miei compiti erano di sistemare la merce sul banco, prendere e rimettere le cassette di merce dal magazzino al banco, portare le borse con la merce comprata dai cliente alle loro auto. Il datore di lavoro aveva circa 50 anni, sposato ma senza figli molto simpatico e dal bel fisico che piaceva molto alle signore che venivano da noi a comprare. Già dal primo giorno non potei fare a meno di notare che ogni volta che mi trovavo chinato a sistemare la merce o a dover prendere qualcosa posta in alto sugli scaffali lui con la scusa di aiutarmi si appoggiava a me facendomi sentire il suo pacco sulle natiche. Io ancora non avevo molta conoscenza sulle cose di sesso e quello strofinare mi piaceva e lo lasciavo fare. Durante la pausa pranzo restavo in negozio perchè abitavo lontano e avrei impiegato molto tempo per andare e tornare, quindi stavo lì a mangiare qualcosa e riposarmi un pò su una poltrona che si trovava in un piccolo retrobottega. Un giorno per motivi lavoro anche il mio principale resta con me in negozio durante la pausa pranzo, dopo aver mangiato, scambiando quattro chiacchiere vedo che lui continua a passarsi la mano sulla patta iniziando questo discorso " Ho visto che ti piace quando te lo struscio sulle natiche, avrai sentito che il mia cazzo che ...
... grosso e duro quando mi struscio, forse sei anche curioso di vederlo e conoscerlo". cosi dicendo tirò fuori il suo cazzo dai pantaloni, e …. meraviglia …. vidi per la prima volta un lungo e grosso cazzo in tutta la sua potenza e maestosità. M’invitò a stringere quel magnifico cazzo con le mie mani e a fargli una sega.Prima umettò con della saliva la rossa e turgida cappella, poi mi impose un ritmo d’andirivieni su tutto il cazzo; di tanto in tanto aggiungeva altra saliva per fare scivolare meglio la mia mano su quella magnifica e superba asta. Io eseguii con sommo piacere quanto lui mi diceva di fare, e mentre svolgevo tale mansione lui si dilettava a palparmi le natiche e scivolando nel solco, si soffermava con un dito nel mio buchetto che cercava di trapanare nonostante i pantaloni ed io acconsentivo perché mi piaceva ciò che io facevo a lui e ciò che lui faceva a me.
“Sto per venire, sono sul punto di godere. godoooo................”.
Infatti, passarono pochi secondi e dal forellino della cappella uscì un violento schizzo di sborra seguito da altri che andarono a sparpagliarsi sul pavimento. Anche se le seghe avevo imparato a farmele da solo questa mi aveva dato molto piacere, lo stringere tra le mani il cazzo di un altro, che considerate le dimensione quasi non riuscivo a stringere completamente e la sborra che usciva molto più copiosa delle mie seghe mi aveva molto soddisfatto. Un giorno rimanemmo ancora insieme per la pausa pranzo, questa volta dopo averlo tirato ...