1. Il rossetto


    Data: 15/11/2018, Categorie: Etero Autore: senso_intenso, Fonte: Annunci69

    Era china sulla cassettiera in camera da letto, in reggiseno, calze e mutandine dopo la doccia. Guardava lo specchio e rifiniva il rosso sulle labbra, brillante, morbido, profondo.
    
    Mi ero avvicinato aprendo le narici oltre agli occhi: l’odore del bagnoschiuma si confondeva con quello del profumo speziato. In un attimo avevo già le mani piene di lei, che ridacchiava protestando di non avere tempo, che si doveva tornare in ufficio.
    
    Era asciutta, calda, morbida, e le dita scivolavano con piacere sulla pelle fino sotto le mutandine di pizzo e nelle coppe di raso. Il bacio sulla guancia fu leggero, ma si voltò lo stesso con un broncio rosso dove le avevo fatto sbavare il colore. Gli occhi erano aperti, forse arrabbiati, forse dubbiosi: tenevo le mani sulle curve e la punta del naso a contatto. Per istinto, portò le mani sulle mie spalle, spingendo debolmente. Notai le unghie già brillanti quando mi toccarono la pelle.
    
    Fece per protestare ancora, ma forse sapeva già che sarebbe stato inutile: le mie dita erano aperte dalla mano e chiuse sulla carne, non la lasciavo andare. Con un passo l’avevo spinta contro la cassettiera, proteggendola con le braccia. Poteva solo scivolare all’indietro con la schiena e restare in punta di piedi lasciando che le premessi da sopra con petto e addome, e da sotto con le mani.
    
    La lingerie era troppo sottile per non farle sentire la pressione, il calore, l’urgenza: le mutandine erano ancora più aderenti schiacciate tra lei e me. Accettò un ...
    ... bacio veloce, anche questo andando più a fondo di quello che si aspettava: sentii che mi stringeva di più le dita.
    
    Sono sempre stato solido, e le sue unghie affondavano senza che io cambiassi nulla di quello che facevo. Le sentivo, ma non mi importava: non era il segnale del rifiuto, era la protesta della fretta, per qualcosa di meno piacevole poi.
    
    Inclinai la testa da un lato per baciarla e strinsi ancora tra le dita, lei invece alzò le sue premendo con i palmi sul petto. Anche con le unghie staccate sentivo il calore dove le aveva affondate, ma ignorai anche quello.
    
    Si arrese dopo un pò, non so quanto prima che staccasse la bocca dalla mia, ansimasse e spingesse ancora con le mani, scivolando le labbra sul mento e sul collo.
    
    Giù, piano, sulla clavicola e il petto, sotto le mani con cui adesso si reggeva. Le mie persero la presa volontariamente, le braccia dietro di lei staccandola dalla cassettiera. Non capii subito, la lasciai fare: avevo solo offerto i pettorali alla sua bocca quando le natiche scappavano e le labbra arrivavano alla bocca dello stomaco.
    
    Il profumo era stato forte ma ora riempiva la mia testa, mentre guardavo in alto e baciava l’ombelico. Le mani le proteggevano le spalle, i seni scivolavano sulle cosce, le gambe accarezzavano le calze. Mi accorgevo di tutto questo senza parlare, sentivo solo gli schiocchi umidi delle labbra sulla pelle e la pressione che orripilava la parte più morbida. Le sue braccia adesso si abbassavano accarezzandomi sui ...
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