Il rossetto
Data: 15/11/2018,
Categorie:
Etero
Autore: senso_intenso
... si erano fermate per tutto il tempo che ci misi a far tornare la corona dietro di loro, per poi spingere con più forza.
Volevo di più. E non mi si negava, anzi mi si offriva: mentre scivolavo indietro sentivo il suo respiro profondo e l’aria che prendeva dalle narici, per smettere esattamente quando affondai di nuovo. Scivolai su un tappeto rosa che invitava e una porta rossa che si chiudeva, stringendomi ancora più forte e ancora più a fondo, con la corona ancora più stretta.
Il ritmo era diventato più lento, più forte: contavo distintamente il tempo quando affondavo, e sentivo come scorreva quando scivolavo, sia avanti che indietro. Una mano sulla mia pancia accarezzava e assorbiva le mie spinte, restituendomele dolcemente per darmi il ritmo. Era come se fossi su una altalena, tentando di spingermi ancora più in alto e di allungare il tempo in cui fossi rimasto sospeso nel picco, per poi tornare indietro e con la forza del pendolo tornare ad alzarmi di nuovo.
Il tempo stesso era scandito da questi movimenti: avanti, fermo, indietro, di nuovo avanti. Non vedevo nulla oltre questi secondi, non pensavo a da quanto tempo lo stessimo facendo, la mia stessa urgenza era ...
... sparita dentro un guanto umido, caldo e stretto. Avrei potuto andare avanti per sempre, forse.
Ad un certo punto ebbi un brivido. Ero in fondo, sospeso da più tempo forse del dovuto, e scivolai all’indietro. Ebbi la sensazione che la stretta fosse più forte, più uniforme. Dalla schiena arrivò un piccolo colpo di frusta, una spinta finale meno decisa, e un alone di calore che si espandeva da più un basso scivolò sopra le sue dita e oltre le labbra.
Le scosse continuarono per un pò, con vibrazioni accolte dalle guance e dalle dita, con il calore che fluiva da sotto la base su per la cresta fino in fondo, per espandersi oltre. Lo sciabordio continuava con strette ritmiche intorno all’asta e alla corona: ogni volta che vibravo e che il flusso emergeva, un rumore di acqua si chiudeva per accoglierlo.
Dopo un pò sbattei le palpebre, ebbi un fremito e feci un passo indietro. Riuscii a guardare in basso e a vederla sorridere, ansimando leggermente e leccandosi le labbra. Mi chinai, la baciai e andai in bagno con l’asta fiera, scintillante e puntata in avanti, mentre lei si alzava.
Voltandomi mentre aprivo l’acqua, la vidi china sulla cassettiera a sistemarsi il rossetto.
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